“La Regione intervenga per bloccare un’evidente violazione della legge” a chiederlo con un’interrogazione è il Consigliere Regionale Andrea Pollastri (PdL) relativamente ai registri che alcuni Comuni hanno istituito.
In attesa di avere una legge organica sul cosiddetto “fine vita”, infatti, sono stati creati degli albi in cui i cittadini possono indicare la propria preferenza circa la possibilità di interrompere cure e trattamenti terapeutici qualora affetti da una malattia incurabile fortemente o totalmente invalidante.
Si tratta, insomma, del cosiddetto “testamento biologico”, che sta suscitando un forte dibattito di tipo etico e giuridico poiché l’interruzione volontaria delle cure sembrerebbe identificarsi come una forma di eutanasia, vietata dalla legislazione italiana, poichè assimilata all’omicidio volontario (art. 575 del Codice Penale) o all’omicidio del consenziente (art. 579 C.P.) o al suicidio assistito (art. 580 C.P.).
“Ai tempi del Governo Berlusconi – spiega Pollastri – una Circolare dei Ministeri dell’Interno, della Salute e del Welfare aveva precisato che i temi del “fine vita” rientrano nell’esclusiva competenza del legislatore, così come le materie inerenti lo stato civile e l’anagrafe, che dunque potranno essere regolati solamente attraverso provvedimenti a carattere nazionale. Per questa ragione essa dichiara “Non legittime le iniziative volte alla introduzione dei registri per le dichiarazioni anticipate di trattamento” da parte dei Comuni e rileva che “Nel caso in cui si intenda dar comunque corso ad iniziative del genere, si potrebbe addirittura ipotizzare un uso distorto di risorse umane e finanziarie, con eventuali possibili responsabilità di chi se ne sia fatto promotore”.
Malgrado ciò, però, i Comuni hanno continuato a produrre i registri e chi li aveva non li ha sospesi: evidentemente si tratta di una scelta di pura matrice ideologica, che, però, non può essere né avallata né accetta passivamente.”
“Chiedo pertanto alla Giunta Regionale di conoscere quanti e quali siano in Emilia-Romagna i Comuni che si sono dotati del registro per le dichiarazioni anticipate di fine trattamento, e come si sono comportati dopo la diramazione della citata Circolare.
Invito altresì ad inviare una nota ad ANCI, la quale contesta la Circolare affermando il diritto dei Comuni ad istituire i Registri, ribadendo quanto contenuto nella Circolare.”
“Chiedo altresì – chiosa l’azzurro – che anche la Regione faccia la sua parte, non per una questione biologica, ma per il rispetto della legalità costituzionale, facendo in modo che le ASL non somministrino interruzioni volontarie della vita e non diano corso a quanto contenuto nei Registri.”