“Educare ai diritti. L’educazione come diritto”: è questo il tema con cui si è aperto stamane al teatro Cavallerizza il ciclo di iniziative “7 incontri per un patto: incontri, riflessioni, dialoghi su alcuni temi dell’educare”. Dal 24 al 28 gennaio, sette eventi più uno spettacolo programmati da Comune di Reggio Emilia con Officina educativa per sottoscrivere un Patto per una Città educante con le diverse forze del territorio: istituzioni, scuole, famiglie, associazioni, società civile. Per fare sì che l’educazione sia sempre più un elemento centrale nella vita della comunità locale, non solo per la prima infanzia, ma durante l’intero arco della vita; per rendere l’intera comunità responsabile della formazione dei cittadini, non solo dei più piccoli, ma di ogni età, attraverso esperienze di continuità tra i percorsi scolastici e momenti dedicati alla valorizzazione dei diversi linguaggi espressivi e all’educazione alle relazioni.
In un teatro pieno di studenti e operatori del mondo della scuola, il tema del diritto all’educazione per tutti, come responsabilità della comunità, è stato sviluppato stamane con gli interventi, nell’ordine, di Simone Franzoni, docente della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Modena e Reggio Emilia; Iuna Sassi, assessore all’Educazione del Comune di Reggio; Carla Rinaldi, presidente Fondazione Reggio Children; Giorgio Zanetti, presidente della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e Reggio; Paola Cagliari, direttrice dell’Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia di Reggio; Paolo Nori, scrittore e narratore; Daniele Brolli, illustratore; Piero Colaprico, giornalista e scrittore; Lella Costa, attrice.
La riflessione è stata moderata da Nicola Barbieri, docente della facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e Reggio.
Il tema del diritto all’educazione non poteva che partire dalla Costituzione italiana, che la cita in vari articoli, rimandando l’educazione alla famiglia, alla scuola, al luogo di lavoro, allo Stato; educazione che deve accompagnare l’individuo in tutta la sua esistenza, come ha ricordato Simone Franzoni, che ha anche sottolineato come l’educazione sia l’essenza della democrazia perché rende i votanti liberi e consapevoli.
“Un’educazione di qualità non si può interrompere al 6° anno di vita – ha detto Iuna Sassi – ricordando l’impegno del Comune per costruire un ponte tra le scuole d’infanzia e la scuola dell’obbligo. Un esempio di questo nuovo approccio sono le 43 scuole di Reggio aperte al pomeriggio con atelier e laboratori che impegnano 1.300 ragazzi per circa 3.000 ore all’anno.
Carla Rinaldi, più che parlare di eccellenza rispetto al Reggio Approch conosciuto in tutto il mondo, preferisce definirlo come un percorso di vita: “Diritto all’educazione e come il diritto alla vita, è il diritto di entrare ed essere accolti in una cultura e poterla modificare, lasciando le proprie tracce”.
Per Giorgio Zanetti “La scuola non può esaurirsi in ragioni di Stato o di mercato; l’informazione deve diventare conoscenza e la conoscenza esperienza e questo accade con gli incontri umani che la scuola proporziona”.
Il diritto all’educazione per Paola Cagliari è anche “Diritto alla scoperta, allo stupore, a mantenere la propria differenza nel dialogo e la scuola è una struttura di collegialità”.
Oltre a questi relatori coinvolti sul tema dell’educazione a livello istituzionale, sono poi intervenuti “maestri” in senso ampio, come lo scrittore Paolo Nori che ha anche letto brani tratti dal suo libro “Trenta favole belle e una brutta”, scritto con la complicità della figlia Irena di sei anni. Daniele Brolli si è riferito alla mostra sui diritti dell’infanzia “Liberi tutti” raccontati con un colorato percorso espositivo di 10 storie, 10 parole chiave che rimandano alla Convenzione dell’Onu: uguaglianza, salute, gioco e tempo libero, identità sociale, essere ascoltati e scegliersi gli amici, i diritti dei disabili, la cultura e le religioni delle minoranze, il cibo, i vestiti e un posto sicuro dove vivere.
Il giornalista e scrittore Piero Colaprico, ha ricordato un episodio che lo ha coinvolto, come cronista, con un carcerato, in prigione per reati gravi, che tuttavia gli ha fatto presente il suo diritto ad essere dimenticato. “Si può imparare da chiunque – da chiosato Colaprico – basta aprire la testa e il cuore”. Infine, per Lella Costa, intervistata da Andrea Casoli, i bambini hanno diritto di essere guardati e ascoltati come individui e “L’educazione è passare il testimone, poiché la memoria è consapevolezza e occorre utilizzarla per progettare il futuro”.
Gli interventi sono stati accompagnati dalla proiezione di video in cui adulti e bambini manifestavano la loro idea di diritti: lavoro, voto, libertà ed educazione essenzialmente per gli adulti; diritto di esprimere i sentimenti, di essere ascoltati, di essere vivaci, anche di litigare per potersi chiarire, di godersi la vita, di annoiarsi e di lasciarsi sorprendere, di avere amici per i bambini. Come moderatori sono intervenuti anche ragazzi di Radio Rumore dell’Università di Modena e Reggio.
Il programma della giornata è continuato nel pomeriggio all’Officina delle Arti con Una città per i giovani, i giovani per la città, una tavola rotonda sulle politiche giovanili e la partecipazione a Reggio Emilia, con la partecipazione di giovani, politici, rappresentanti del mondo associativo e responsabili di politiche giovanili (tra cui Michele Gagliardo del Gruppo Abele), impegnati in una riflessione in grado di generare buone prassi per investire sulla partecipazione attiva dei giovani alla vita della comunità, scommettendo sulla loro capacità di assunzione di ruoli propositivi nella vita pubblica e sociale. Chiuderà l’incontro alle 21 lo spettacolo “Storia di un precariato” con il gruppo Desamistade in concerto.
I prossimi appuntamenti: domani, venerdì 25 gennaio, al Centro internazionale Malaguzzi una riflessione sul tema Giovani e lavoro, una delle questioni centrali del nostro tempo. Al pomeriggio sarà invece la scuola media, a 50 anni dalla sua istituzione, a essere protagonista delle riflessioni in programma dalle ore 15 sempre al Centro Malaguzzi.
Sabato 26 sarà la giornata delle scuole aperte e della valorizzazione dei diversi linguaggi che ampliano l’espressività di bambini e i ragazzi e permettono di dar voce a tutti. Al mattino verrà inaugurato il nuovo Centro di ricerca sui linguaggi espressivi applicati alla didattica presso la sala Zavattini di via fratelli Cervi 70. Al pomeriggio gli stessi spazi, insieme ad alcune scuole della città, si aprono al pubblico per far conoscere più da vicino alle famiglie l’esperienza degli atelier delle scuole aperte al pomeriggio.
Lunedì 28 gennaio, a conclusione degli eventi, si insedierà, con una cerimonia in Sala del Tricolore insieme al sindaco Graziano Delrio, il nuovo Consiglio dei ragazzi della Circoscrizione sud.