lanottedellarte15-3Saranno la cena con menù tipico, a prezzo concordato di 25 euro, all’osteria del Gallo Azzurro, in via Rometta 242, e la visita guidata gratuita al complesso di Sant’Anna con proiezione di immagini a cura dello storico dell’arte Luca Silingardi, gli ingredienti del nuovo appuntamento, in programma venerdì 15 marzo, con la Notte dell’arte.

 

Dopo la cena i partecipanti saranno condotti alla scoperta del complesso architettonico sviluppato intorno alla chiesa di Sant’Anna, comprendente l’antico ospedale. Il complesso, caratterizzato dall’elegante facciata settecentesca con un blocco porticato racchiuso da due prospetti simmetrici, sorse nel Seicento, infatti, come ospedale per pellegrini, per poi essere ampliato a metà Settecento con lo scopo di adibirlo a ospedale civile. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento al suo interno è stato istituito l’asilo infantile che tuttora lo occupa.

 

La storia del complesso

 

L’antica chiesa di Sant’Anna fu terminata nel 1643, in concomitanza con l’edificazione dell’ospizio sorto presso la porta dei Cappuccini, sulla via per la montagna, al fine di accogliere pellegrini e viandanti. Insufficiente per le nuove esigenze della comunità, fu ampliato nel 1753 per volere del duca Francesco III d’Este e trasformato in ospedale per gli infermi. In questa occasione, la sala sopra il loggiato fu destinata al reparto femminile, mentre quello maschile andava a occupare l’ambiente lasciato libero dall’antico oratorio, trasferito in un nuovo edificio simmetrico al precedente. È questa la ragione per cui il campanile seicentesco si trova esattamente dalla parte opposta rispetto all’attuale chiesa. A ricordare il protettorato ducale, nel risalto al centro della facciata, dove ora è l’iscrizione “Asilo Infantile”, realizzata con tardo ottocentesche lettere in ceramica della manifattura Rubbiani, fu collocata una grande aquila estense in ferro battuto. Abbandonata l’idea di ingrandire l’ospedale, che già pochi decenni dopo la sua riedificazione risultava insufficiente alle esigenze della comunità, all’inizio dell’Ottocento l’istituzione ospedaliera fu trasferita nel soppresso monastero di Santa Chiara, i cui locali erano più ampi e soprattutto lontani dalla filanda, dal battirame e dalla manifattura ceramica, sorte nel frattempo nei pressi di Sant’Anna. Il complesso fu quindi destinato a caserma, anche se provvisoriamente riutilizzato come ospedale durante l’epidemia di colera del 1855. Nel 1888 divenne sede dell’Asilo Infantile cittadino, fortemente voluto dai Rubbiani, proprietari del vicino stabilimento ceramico, al fine di favorire l’impiego di manodopera femminile, che sarebbe stata così sgravata dagli impegni familiari nelle ore diurne.

 

L’interno della chiesa

 

All’interno della chiesa, che grazie al contributo di un privato è nuovamente dotata di un elegante apparato di tende e drapperie in linea col gusto settecentesco, si conservano la seicentesca pala con la Madonna col Bambino in gloria e i santi Gioacchino e Anna e la coeva ancona lignea che l’incornicia, entrambe provenienti dalla chiesa seicentesca poi adibita a reparto maschile dell’ospedale. Alla costruzione dell’attuale edificio, invece, si data il ciborio ligneo a tempietto che sovrasta il tabernacolo.

 

Per la sola cena è obbligatoria la prenotazione, all’Ufficio Relazioni con il pubblico del Comune di Sassuolo: 0535-184480

 

Per chi intende partecipare alla sola visita gratuita l’appuntamento è alle ore 22, davanti all’ingresso, in via Felice Cavallotti, 22