cavi-rameNel garage della sua abitazione “stoccava” il rame che i predoni dell’oro rozzo razziavano anche nei cimiteri della provincia reggiana. A scoprirlo i Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario d’Enza che hanno ottenuto un importante svolta investigativa nelle indagini condotte sul business dell’oro rosso che solo qualche giorno fa aveva visto gli stessi militari beccare due fidanzati reggiani, depredare il cimitero di Sant’Ilario d’Enza rubando i pluviali di rame dalle cappelle dei defunti. Nel proseguo di questo filone investigativo i Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza sono risaliti ad un ulteriore anello della filiera del rame rubato, individuando a Gattatico il ricettatore del rame rubato dai due fidanzati reggiani. Con l’accusa di ricettazione infatti i Carabinieri della Stazione di Sant’Ilario d’Enza hanno denunciato alla Procura reggiana un artigiano 40enne residente a Gattatico. Nel garage della sua abitazione, oltre ai pluviali di rame rubati al cimitero di Sant’Ilario d’Enza dai due fidanzati, i Carabinieri hanno recuperato anche svariati cavi elettrici di rame la cui provenienza certamente furtiva è ora al vaglio dei militari.

Secondo le risultanze investigative dei Carabinieri l’odierno indagato non si sarebbe limitato solo ad acquistare l’oro rosso rubato ma sarebbe una figura di spicco nell’ambito dell’illecito business della compravendita del rame rubato. Il 40enne infatti pare proprio essere la figura di raccordo tra i ladri indicando agli stessi i punti dove colpire. Cosi’ parrebbe aver fatto anche con la coppia di fidanzati di Campegine. Su questa ulteriore ipotesi però attualmente fervono le indagini dei Carabinieri di Sant’Ilario d’Enza che comunque sono risaliti ad un ulteriore anello della filiera del riciclaggio del rame rubato il cui malaffare anche nel reggiano è particolarmente fiorente grazie alla forte richiesta del marcato che comporta di conseguenza l’azione di numerosi ladri che depredano aziende, cimiteri e tratte ferroviarie e dall’altra compiacenti ricettatori che acquistano il “prezioso” metallo a 2 euro al chilo a fronte del prezzo di mercato che si aggira sui 7 euro.