La Guardia di Finanza ha scoperto una evasione fiscale per oltre 33 milioni di euro, denunciando 20 persone per frode, dopo un’indagine nei confronti di alcune società di facchinaggio, tutte riconducibili al medesimo nucleo familiare, che avevano costituito una sede fittizia in Campania e in Puglia, pur operando di fatto in provincia di Modena, al fine di rendere più difficoltosa l’effettuazione di eventuali controlli fiscali.
La società avrebbe compensato gli ingenti ricavi conseguiti dalla propria attività d’impresa con l’annotazione di fatture passive per importi superiori a quelli indicati, la contabilizzazione di costi non documentati; l’annotazione in contabilità di fatture relative a costi fittizi emesse da società terze, che a loro volta non ottemperavano correttamente agli obblighi fiscali, etc. Le attività ispettive hanno consentito di quantificare l’emissione, attraverso tali società, di fatture per operazioni inesistenti per oltre 25 milioni, il recupero a tassazione di costi non deducibili e Irap per oltre 19 milioni, l’accertamento di un’Iva dovuta per oltre 9 milioni e l’indebita percezione di redditi diversi derivanti da illecito penale per oltre 5 milioni.