Per ovviare ai problemi, segnalati dai cittadini con una petizione popolare all’Assemblea legislativa, di “coordinamento e adeguata pubblicizzazione dei servizi di trasporto pubblico tra Porretta e Pistoia”, la Regione Emilia-Romagna, “dopo un sopralluogo insieme a Rfi e Copit per una ricognizione puntuale di tutte le fermate e le stazioni nel tratto” ferroviario, ha programmato “interventi di segnaletica all’interno delle stazioni, nei punti di fermata dei bus sostitutivi e nelle strade così da risolvere a breve le mancanze riscontrate”, misure che che saranno operative “probabilmente per la metà di giugno, quando ci sarà anche l’aggiornamento degli orari”.
Lo hanno comunicato i tecnici dell’assessorato competente alla commissione regionale Trasporti, ambiente, mobilità presieduta da Damiano Zoffoli, che ha poi scelto di attendere il termine massimo consentito dalla legge, in questo caso la fine di maggio, per inviare la relazione di risposta alla petizione popolare arrivata in Regione: come spiega infatti la consigliera Paola Marani (Pd), l’Assemblea legislativa sarà chiamata a breve a discutere una risoluzione che “chiede una scelta strategica politica netta e trasversale per quanto riguarda la montagna”, e l’approvazione di questo atto permetterebbe quindi di “fornire un quadro generale più preciso dei progetti di questa Regione per le zone montane”.
Al dibattito sono intervenuti i consiglieri Andrea Defranceschi (M5s), che ha chiesto se la Regione “può spendere fondi propri per potenziare il servizio” ferroviario, Galeazzo Bignami (Pdl), sostenendo che “il problema è l’affidamento dei servizi a Fer, con cui c’è un rapporto critico nonostante un contratto chiaro”, Thomas Casadei (Pd), secondo cui “la richiesta di servizi nelle zone di montagna è bassa solo perché da troppo tempo si disincentiva la mobilità sostenibile in quei territori”.
Giovanni Favia (Misto) ha chiesto notizie su altre tratte “depotenziate” e il consigliere Gabriele Ferrari (Pd) ha sottolineato come “a causa dei depotenziamenti dei servizi ora spenderemo almeno 200 milioni di euro per i danni causati dalle frane, quando sarebbe bastato molto meno per risolvere tutte le ‘microsituazioni’ che si presentano di volta in volta”.