Ancora una volta una falsa cooperativa è stata scoperta operare in totale violazione della legge. Un plauso va alla Guardia di Finanza di Modena che ha svelato ciò che da tempo Legacoop, assieme alle altre Centrali cooperative ed al Sindacato, segnala e denuncia alle Forze dell’Ordine ed agli Enti Ispettivi.
La cooperazione spuria, vogliamo ricordarlo ancora una volta, è quell’impresa che utilizza in modo surrettizio la forma cooperativa e non aderisce a nessuna delle centrali cooperative autorizzate – che per conto del ministero hanno l’obbligo di certificarne l’operato e di vigilare sul corretto comportamento dal punto di vista normativo – e rappresenta il peggio dell’imprenditoria modenese e nazionale, perché con il proprio comportamento danneggia i lavoratori, gli utenti, le altre imprese e l’erario.
Un combinato disposto che Legacoop Modena non può più tollerare. Le cooperative spurie sono sul mercato, partecipano agli appalti e a volte se li aggiudicano in forza di un costo del lavoro che vistosamente non copre i minimi salariali, che viola non solo le norme di legge ma anche il buon senso, come ad esempio il ricorso alle “diarie”, cioè i rimborsi che spettano ai lavoratori che effettuano trasferte, per soggetti che non si muovono di un metro dal loro posto di lavoro.
La cooperazione non è questa. Non a caso anche la stampa fa spesso riferimento a “titolari” delle cooperative, pur sapendo che tale definizione non è applicabile alla forma cooperativa. Si tratta infatti di società nelle quali operano soggetti che di fatto detengono la proprietà dell’impresa e che operano in spregio alle regole della partecipazione e della condivisione delle decisioni.
I valori ed i principi della Cooperazione sono altri, come dimostrano le tante cooperative che in questi giorni riuniscono i propri soci per l’approvazione dei bilanci consuntivi 2012, che rinnovano i propri consigli di amministrazione con libere elezioni e che applicano i contratti di lavoro, a volte anche rinunciando ad un pezzo di salario pur di salvaguardare, nelle situazioni di crisi, la propria impresa. Queste vere cooperative non possono essere confuse con le forme fasulle e illegali di cui anche oggi abbiamo testimonianza, pena un grave danno sull’immagine di serietà e trasparenza conquistata dai soci con sacrifici, e in decenni di lavoro, nel totale rispetto delle norme fiscali e contributive.