guardia_finanza_10Beni mobili ed immobili per un valore complessivo di oltre € 65.000.000 sono stati sequestrati questa mattina dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma a due fratelli intranei ad un noto clan camorrista, e ad altri due soggetti, rispettivamente figlio e fiduciario di un terzo soggetto, per conto del quale avevano costituito una cellula economica, operante, prevalentemente, nel territorio del basso Lazio. Tra i beni oggi sequestrati alberghi, ristoranti, concessionari di autoveicoli e oltre 170 immobili.

Le complesse indagini di polizia economico-finanziaria, coordinate dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma e dirette dai Sostituti Procuratore della Repubblica della D.D.A. (Direzione Distrettuale Antimafia) di Roma, sono state avviate nel 2012 ed hanno consentito di accertare la costante ed inarrestabile ascesa, nelle Provincie di Latina e Napoli ed in parte anche in Emilia Romagna, dei fratelli D.A., noti imprenditori campani, attraverso rapporti dai reciproci vantaggi con esponenti di spicco del noto clan di camorra.

Posti sotto sequestro: patrimonio aziendale e relativi beni di n. 11 società, con sede nella provincia di Latina, Napoli, Caserta e Bologna, di cui n. 3 operanti nel settore delle costruzioni di edifici, n. 1 nel commercio di porcellana, n. 2 nel commercio di autoveicoli, n. 2 nel settore dell’intermediazione immobiliare e n. 3 nel settore alberghiero e della ristorazione; quote societarie di ulteriori n. 4 società, con sede nella provincia di Napoli, Ferrara e Bologna, di cui n. 3 operanti nel settore della costruzione di edifici e n. 1 nell’intermediazione immobiliare; n. 174 unità immobiliari (site nella provincia di Latina, Napoli, Caserta, Ferrara e Bologna); n. 25 auto/motoveicoli, tra cui n. 3 autovetture d’epoca; numerosi rapporti bancari/postali/assicurativi/azioni per un valore complessivo di stima dei beni sottoposti a sequestro pari ad oltre € 65.000.000.

Le operazioni di polizia economico-finanziaria delle Fiamme Gialle in parola, aventi valenza strategica rispetto all’aggressione ai patrimoni accumulati dalle consorterie criminali, al fine di contrastare l’immissione di denaro di provenienza illecita nei circuiti legali dell’economia, hanno comportato l’impiego di oltre 100 Finanzieri in Lazio, Campania ed Emilia Romagna.

Aggredire i patrimoni illecitamente accumulati dalle “mafie” – spiegano le fiamme gialle – significa fargli perdere prestigio all’interno del proprio ambiente delinquenziale, privandole del fondamentale strumento di condizionamento delle realtà socio economiche, tradizionalmente occupate e soffocate dall’indisturbata presenza delle loro risorse e del loro controllo.