rapina-19-2Ieri, alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Bologna Borgo Panigale, unitamente agli uomini dell’Arma del Nucleo Investigativo di Brindisi, hanno eseguito quattro ordinanze di misura cautelare in carcere. Il provvedimento è stato emesso dal GIP, dott. Alberto Ziroldi, del Tribunale Ordinario di Bologna, a seguito della richiesta di applicazione della misura avanzata dal PM, dott. Stefano Orsi, che ha pienamente concordato con i risultati investigativi pervenuti dai Carabinieri di Borgo Panigale. A finire in manette con l’accusa di rapina aggravata in concorso, sono stati L.C., 26enne; A.R. 22enne;  A.R., 26enne;  I.B., 24enne. I quattro, nati e residenti a Brindisi, sono ritenuti responsabili della rapina alla gioielleria Masetti, avvenuta lo scorso 19 febbraio a Castel Maggiore. Nella circostanza, i malviventi, in concorso tra loro e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, ponevano in essere nei confronti del titolare e di due collaboratori presenti, minacce, violenze fisiche e lesioni allo scopo di impossessarsi di un ingente quantitativo di gioielli e altri preziosi custoditi nel negozio, dopodiché si davano alla fuga. Un elemento fondamentale che ha permesso agli investigatori di risalire ai criminali, è stata la testimonianza di un Carabiniere libero dal servizio. Il giorno della rapina, il militare, effettivo alla Stazione dell’Arma di Castel Maggiore, mentre passeggiava per il paese, notava transitare un Audi A6 con quattro persone a bordo. Il Carabiniere, sospettando che i soggetti avvistati, fossero personaggi di “interesse operativo”, annotava la targa dell’auto a scopo precauzionale e memorizzava i loro volti, in particolare quelli del conducente e del passeggero seduto di fianco, perché avevano entrambi il finestrino di guida abbassato. Dai successivi accertamenti svolti, a seguito della rapina consumata, è stato rilevato che l’auto in questione era intestata a una donna di Brindisi, una parente di L.C.. A quel punto gli investigatori di Borgo Panigale hanno acquisito l’effige fotografica del ragazzo e di altri soggetti pregiudicati che erano stati controllati in precedenza assieme a lui. Il Carabiniere che aveva casualmente visto i malviventi, dopo aver visionato le effigi fotografiche acquisite, riconosceva con certezza il L.C. e A.R. (22enne). Un’altra prova della responsabilità attribuita ai quattro arrestati è arrivata esaminando le fasi della rapina riprese dal servizio di videosorveglianza della gioielleria.

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Gli indagati, gravitanti nel brindisino, e quindi operanti secondo i modi propri delle rapine in trasferta, hanno precedenti di polizia contro il patrimonio, stupefacenti e armi. Inoltre, A.R. (22enne) era stato arrestato lo scorso aprile e nei suoi confronti, nonché di A.R. (26enne), era stata eseguita un’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, disposta per il reato di rapina aggravata dal GIP del Tribunale di Brindisi.