Arrestato e condotto in carcere dai Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza alla vigilia di Natale dello scorso anno, essendo divenuta esecutiva la sentenza di condanna 9 mesi e 28 giorni di reclusione per concorso in furto, un 40enne di San Polo d’Enza a poi ottenuto di scontare la pena in regime di detenzione domiciliare con l’obbligo di osservare una serie di prescrizione impostegli dal magistrato di sorveglianza. Lui tuttavia non ha ottemperato a tutte le prescrizioni impostegli e per questo motivo il Giudice dell’Ufficio di Sorveglianza di Reggio Emilia ha revocato il beneficio dei domiciliari disponendo l’accompagnamento in carcere del 40enne. Nella tarda mattinata di ieri i Carabinieri della Stazione di San Polo d’Enza ricevuto il provvedimento vi davano esecuzione conducendo il 40enne in carcere. Il sanpolese, insieme ad altri due complici reggiani, era stato arrestato nella notte tra il 22 e il 23 gennaio del 2008, in flagranza di reato, da una pattuglia di carabinieri che, dopo il furto con spaccata a un bar di Montecchio, avevano concentrato le loro attenzioni su un pregiudicato di Montecchio complice del 40enne arrestato ora. Dopo il furto, infatti, qualcuno aveva notato un furgone e una Y10 vicino al bar, per poi ritrovare i due mezzi sotto la casa del pregiudicato di Montecchio. I carabinieri appostati in borghese sotto la casa del pregiudicato lo avevano poi sorpreso con altri due complici (tra cui il 40enne sanpolese) rientrati subito dopo il furto al Flash Cafè di Sant’Ilario. Pochi minuti dopo il colpo, infatti, avvenuto intorno alle 23, i tre erano arrivati a bordo di una Lancia Y10 e di un furgone Kangoo: gli stessi mezzi che erano stati ripresi dalle telecamere a circuito chiuso installate all’esterno del bar di Montecchio. Subito circondati dai carabinieri i tre sono stati fermati. Nel baule fu trovata tutta la refurtiva asportata dal bar di Calerno: 315 pacchetti di sigarette di varie marche e 266 gratta e vinci (per un valore complessivo superiore ai duemila euro). Sul furgone i militari trovarono anche diversi attrezzi da scasso: due piedi di porco della lunghezza di 60 centimetri ciascuno, un cacciavite, un paio di guanti da muratore, una torcia elettrica e una mazza ferrata lunga 90 centimetri, del peso di quattro chili e mezzo. Proprio la mazza era servita ai tre malviventi per aprirsi un varco nella porta a vetri del Flash cafè.