alunni_scuolaIn un’intervista di due giorni fa il Ministro Carrozza è intervenuto sul reclutamento del personale della scuola dichiarando che “..servono più insegnanti, giovani insegnanti e che occorre invertire la tendenza che vede la scuola come una specie di portafoglio da cui estrarre banconote per pagare altre voci di spesa pubblica..”.

Il giorno dopo, ha comunicato alle Organizzazioni sindacali che intende assumere a tempo indeterminato 11268 docenti in ambito nazionale, di cui 994 nella regione Emilia Romagna per tutte le scuole di ogni ordine e grado così distribuiti:

infanzia 93 posti

primaria 259 posti

secondaria I° grado 198 posti

secondaria II° grado 313 posti

sostegno 128 posti

educativi 3 posti

Non ci sembra una risposta coerente alle dichiarazioni, anzi, risulta ancora inadeguata ai bisogni della scuola e alle legittime aspettative di tanti precari.

In questa regione, sono 2225 i posti docenti vacanti e disponibili sull’organico di diritto ai quali vanno aggiunti oltre 5000 posti sull’organico di fatto.

Si tratta di posti che ogni anno, costantemente, servono a coprire esigenze stabili dell’amministrazione (una buona parte sono posti di sostegno per alunni con disabilità) e sui quali vengono effettuate assunzioni di precari con contratti fino al 30 giugno.

Il contingente di immissioni in ruolo assegnato all’Emilia Romagna copre a malapena il 40% dei posti vacanti in organico di diritto.

Se poi, il riferimento è il totale complessivo dei posti disponibili, comprensivi di quelli sull’organico di fatto, è chiaro che il sistema scolastico dell’Emilia Romagna, rimane contrassegnato da un’altissima percentuale di precariato.

Questo non consente né di garantire qualità e continuità all’offerta formativa delle scuole, né di dare certezze e prospettive al personale precario.

Evidentemente, lo Stato preferisce subire la soccombenza delle spese a cui viene condannato in quanto contravviene costantemente alla Direttiva Europea che vieta l’abuso dei contratti a tempo determinato oltre 36 mesi di servizio! Questo sarebbe un vero risparmio!

Inaccettabile poi la mancata previsione, ad oggi, delle assunzioni in ruolo del personale ATA che sono oggetto di una vera e propria discriminazione sociale, in particolare gli assistenti amministrativi e tecnici.

Tutt’altro che rosea la situazione delle dirigenze scolastiche. Nella nostra regione sono ben 96 le scuole che il prossimo anno scolastico non avranno un proprio dirigente.

La FLC CGIL ritiene che le priorità e le emergenze della scuola non siano tanto i libri digitali, quanto garantire la stabilizzazione di tutti i posti in organico, l’immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili, la cancellazione della norma sul passaggio forzoso dei docenti inidonei nei profili ATA, l’attuazione dell’organico funzionale triennale.

Infine, riteniamo che oltre alle scelte politiche occorra una precisa scelta organizzativa: anticipare tutte le procedure per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico il 1° settembre, consentire tempi congrui agli uffici scolastici territoriali per lo svolgimento delle operazioni e alle scuole di effettuare la programmazione dell’offerta formativa con tutto il personale in servizio.

Non possiamo accettare che l’unico messaggio chiaro arrivato finora da questo governo al personale della scuola, sia rappresentato dalla proroga del blocco dei contratti e dei salari.

Il Ministro non perda l’occasione per collocare l’istruzione fra la priorità delle politiche pubbliche, per restituire fiducia al mondo della scuola e per offrire un futuro migliore a quei giovani che dice di voler sostenere.

(FLC/Cgil Emilia Romagna)