Apmi Confimi Impresa Modena riafferma la volontà di essere parte di un progetto che ponga basi concrete per la salvaguardia dell’economia locale, delle imprese, del lavoro.

Per questo l’Associazione delle Pmi modenesi si sforza di cercare, nelle parole della CGIL, il “bicchiere mezzo pieno”, che consiste nella affermazione della disponibilità del sindacato a “non sottrarsi al confronto”. Anche se ciò, ovviamente, non può bastare: non basta non sottrarsi, occorre proporre, progettare e finalmente, fare.

Per cominciare a fare, dunque, cogliamo la disponibilità espressa da CGIL e la invitiamo a un tavolo di discussione, che da parte nostra sarà senz’altro serena e aperta, convinti come siamo che sia necessario l’apporto di tutte le forze presenti sul territorio per dare prima credibilità e poi gambe a qualunque progetto.

In quella sede ci verrà spiegata, per esempio, la differenza fra riduzione del costo del lavoro e riduzione del carico fiscale, stante il fatto che è assolutamente improcrastinabile ridurre l’eccessivo carico fiscale che grava sul lavoro e sull’impresa, agendo sul cuneo fiscale e contributivo. Ancora nel 2012 il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto dell’1,9% e nel 2013 di un altro 1,2%, derivato da un +1,5% del costo del lavoro orario, a fronte di una produttività che aumenta dello 0,2%; e certamente, ci verrà chiarita quale sia l’idea del sindacato circa la piccola e media impresa, che, a quanto leggiamo, costituisce un problema a causa della sua dimensione.

Dal canto nostro, solo una precisazioni: se le nostre parole avessero avuto l’obiettivo di “guadagnare spazio di rappresentanza fra gli imprenditori modenesi”, come affermato da CGIL, potremmo dire che l’obiettivo è stato ampiamente raggiunto, a giudicare dal gran numero di attestazioni ricevute nelle ultime settimane; ma lo scopo è altro: è cercare soluzioni praticabili, concrete, quanto più possibile condivise.

C’è solo un modo per farlo: riconoscersi reciprocamente e parlarsi; alle dichiarazioni, magari riportate in modo forzatamente sintetico, deve seguire un confronto diretto. Noi ci siamo. Ci dica, CGIL, dove e quando si possa cominciare a parlare in maniera costruttiva. Insieme, magari, si potrà mettere a punto qualche proposta che faccia uscire dall’imbarazzante silenzio in cui si sono trincerati, anche atri soggetti della rappresentanza datoriale e istituzionale.