tandemLo Sicco-Civilleri, fondatori con Emma Dante della compagnia SudCostaOccidentale, presentano i loro nuovi progetti, lo spettacolo Tandem (22 marzo) e lo studio Boxe (29 marzo).

Trasparenze fa parte di ANDANTE 2013/2014 – progetto selezionato attraverso il Bando Rassegne Teatrali promosso e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, e con il contributo di Regione Emilia Romagna, Comune di Modena.

Sui pedali, per condividere un’amicizia e i suoi sogni, come in TANDEM, oppure incrociando i guantoni su un ring metaforico, come in BOXE, arriva a Modena la compagnia Lo Sicco-Civilleri. Trasparenze ospita al Teatro dei Segni la creatività e l’estro teatrale di Manuela Lo Sicco e Sabino Civilleri, sodalizio artistico siciliano formatosi alla compagnia Sud Costa Occidentale, che hanno contribuito a fondare con Emma Dante, e con la quale hanno partecipato ai pluripremiati spettacoli della regista palermitana.

La residenza comincia sabato 22 marzo con “Tandem”, spettacolo da poco debuttato, scritto da Elena Stancanelli per la regia di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco (quest’ultima anche in scena con Veronica Lucchesi). Per la successiva settimana la compagnia lavorerà al nuovo spettacolo “Boxe”, un progetto nato a Palermo al Teatro Garibaldi Aperto, che sarà costruito in una serie di residenze, di cui quella a Modena rappresenta l’avvio. L’esito della prima fase di lavoro sarà presentato al pubblico sotto forma di studio sabato 29 marzo.

– 22 marzo ore 21.00 (presso Teatro dei Segni, Modena – INGRESSO 7 €)

TANDEM

regia di Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

testo di Elena Stancanelli

con Manuela Lo Sicco e Veronica Lucchesi

musiche Davide Livornese

luci Cristian Zucaro

disegno e costruzione tandem Mario Petriccione

posa in aria tandem Stefano Pasquali / La Moto 34 Roma

produzione Associazione UddU in collaborazione con Santabriganti-Scenica Festival, Festival dell’Incanto, Associazione Demetra, supporto alla produzione ExKarcere Csoa di Palermo, Teatro Nuovo Montevergini.

 

“Tandem” è l’incessante tentativo di ricostruire una fotografia. L’istante in cui tutto è al posto giusto. Quella che si guarda da adulti con rimpianto e nostalgia. Due ragazze, due amiche pedalano insieme verso il giorno in cui dovranno prendere strade diverse. Quel giorno breve, come una vita. Tutto è già avvenuto. Come nella rielaborazione di un lutto o come in un’indagine poliziesca.

“Il tandem è un oggetto che tiene due corpi in equilibrio, inchiodato su un fulcro centrale. E’ una macchina del tempo. Pedalando sul tandem si attraversano spazi che sono tempi e persone che sono ricordi.

Oggi è un giorno sospeso sull’orlo di qualcosa. Tutto intorno si combatte. La gente urla tra le lacrime per le strade, manifestando il proprio dissenso, divisa tra black block e mani bianche. La ribellione è energia e azione. La lotta, un mezzo per cambiare il mondo.

Le due ragazze che pedalano sul tandem sono sospese sull’orlo di qualcosa.

Il tandem è una macchina paradossale, concepita per il movimento ma costretta nella scena all’immobilità.

Questa sua condizione produce un’inversione dell’ordine: tutto quello che è stato potrebbe ancora succedere, quello che io sono potrebbe essere l’altro, quello che io voglio potrebbe non essere giusto, il luogo dove voglio andare potrebbe non essere quello che trovo.

Di fronte all’abisso, uno dei mille abissi possibili, pedalano senza sapere in quale direzione. Dove vanno le due ragazze?

Quando scendono, le due ragazze – le due ragazze, sono davvero due ragazze? Che cosa è uno e che cosa è l’altro di fronte all’abisso? – si trovano in una terra di nessuno.

Lo spazio possibile di qualsiasi scelleratezza. O al contrario di una resa che può diventare la soluzione.

Nella terra di nessuno si torna ragazzi, al tempo in cui le domande vogliono risposte, un attimo prima di scoprire che ogni risposta è un inganno. Che ogni domanda è soltanto una smania.

Qui, nella terra delle domande, incontrano/evocano uomini e donne che sono stati/che avrebbero potuto essere. Che non saranno più.

Perché c’è un punto, nella vita di ognuno di noi, in cui le cose finiscono.

Oltre, qualche volta, c’è quello che siamo.” Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco

 

– 29 marzo ore 21.00 (presso Teatro dei Segni, Modena – INGRESSO 5 €)

BOXE (studio)

Work in progress: BOXE attorno al quadrato è un progetto di ricerca che si pone l’obiettivo di concentrare dentro una forma descrittiva, un percorso per definizione sfuggente e inafferrabile. Si tratta di una materia in atto di studio, che si amalgama e si modella con una tempistica ed una pratica che non consentono di comporre un report. “Il nostro percorso teatrale esiste nel momento in cui accade – dicono Lo Sicco e Civilleri -, non ha definizioni, non si identifica in nessuna teoria letta su un qualsiasi libro, ma è fatto di esperienze e di condivisione. Uno spettacolo è il risultato di una fusione complessa di elementi, soggetti ad un unico comune denominatore: la necessità.

Non abbiamo scelto un testo da porre alla base e da cui partire. Ci siamo ritagliati uno spazio vuoto, un foglio bianco su cui interveniamo con la scrittura scenica collettiva.

Dentro il quadrato il Pugile vola leggero come una farfalla, mentre aggrappati alle corde, tutto intorno, gli uomini e gli oggetti si deformano schiacciati dal peso della vita. Lo spazio che separa l’avidità del pubblico e la fame di gloria del pugile è miserabile. Un solco incolmabile. Tutto è in uno stato di movimento continuo, in caduta libera verso il basso, verso il centro della terra.

Attori ed oggetti subiscono il loro peso specifico e si sostengono alla ricerca di un equilibrio per evitare il knock out. Il salto è difficile, ci vuole coraggio”.