Il procedimento seguito dall’Amministrazione comunale per la riqualificazione del parco delle Rimembranze coniuga l’esigenza di dare decoro a un’area attigua al centro con il rispetto delle competenze della Soprintendenza. Altra cosa è il gusto estetico. La sospensione dei lavori da parte del Comune sarebbe un atto illegittimo che danneggerebbe gravemente coloro che li hanno regolarmente avviati, in coerenza con un progetto autorizzato dalla stessa Soprintendenza e giunto alla fase attuativa.

Lo hanno ribadito il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore al Centro storico e allo Sviluppo economico Stefano Prampolini rispondendo giovedì 20 marzo in Consiglio comunale a tre interrogazioni sul tema illustrate rispettivamente da Sandra Poppi di Msa, Sandro Bellei di FI-Pdl e Luigia Santoro di Ncd. La consigliera Santoro ha presentato anche un ordine del giorno in cui ugualmente chiedeva “la sospensione dei lavori per la costruzione dei chioschi in attesa della risposta della Procura della Repubblica”. Dopo un lungo dibattito, la mozione non è stata votata in assenza del numero legale dei consiglieri.

Il sindaco, in particolare, ha sottolineato che “l’area non è considerata inedificabile; è possibile realizzarvi strutture di servizio al parco nel rispetto delle competenze di Amministrazione e Soprintendenza, che oltre ad avere ricevuto tutti i materiali per i quali s’intendeva dare la concessione urbanistica, ha intrattenuto con il Comune un assiduo carteggio. L’idea che la Soprintendenza non avesse documentazione adeguata – ha ribadito Pighi – rischia di essere un’illazione”.

Quanto alla denominazione, il sindaco ha concordato con la consigliera Sandra Poppi (Msa) che nell’istanza interrogava la Giunta sull’intenzione di rivedere l’intero progetto salvaguardando il disegno originario del parco con aiule, alberature ed essenze arbustive. “All’interno del parco della Rimembranza c’è la Passeggiata delle Mura, e questo ha forse dato luogo a una contaminazione”, ha ammesso il sindaco continuando: “Il parco è vincolato e il nulla osta della Soprintendenza significa che è già stato effettuato l’accertamento sull’intero progetto di riqualificazione”.

A Sandro Bellei (FI-Pdl) che chiedeva conferma sull’intenzione dell’Amministrazione “di concedere l’autorizzazione a costruire una pizzeria nell’area del Lido Park”, l’assessore Stefano Prampolini ha sostanzialmente risposto che è prematuro discutere dell’offerta merceologica, che sarebbe in ogni caso vincolata alla somministrazione di alimenti e bevande, del nuovo chiosco “perché il caso specifico è al vaglio degli uffici tecnici comunali che dovranno verificare se concedere il permesso o revocarlo poiché il progetto è stato presentato oltre il termine massimo”.

I tre gli interroganti si sono dichiarati del tutto “insoddisfatti” delle risposte ricevute. Bellei (FI-Pdl) si è detto “preoccupato perché l’assessore non ha escluso una pizzeria al posto del bellissimo chiosco storico del lido Park” e ha paventato per il chiosco originale la stessa fine capitata al chiosco Schiavoni che ora funge da edicola a Mirandola dove è ora un’edicola o del monumento a Ferrari finito a Reggio Emilia”. Poppi (Msa) ha rimarcato: “Il parco monumentale è assoggettato e norme, mentre è in atto una lottizzazione; mi dicono che si stanno anche facendo scavi difformi da quelli in progetto; l’operato della Soprintendenza è discutibile, perché qui non si tratta di un giudizio estetico, ma di merito su come viene costruito: strutture in cemento armato, scavi profondi 50 centimetri e platee che incidono profondamente sul parco; questo progetto è solo una valorizzazione commerciale”. Santoro (Ncd) ha parlato di “cementificazione, perché in un parco storico tutelato non si possono fare costruzioni permanenti e l’autorizzazione non poteva essere data”, ha affermato suggerendo anche la possibilità che i “chioschi facciano concorrenza al centro storico” e elencando dettagliatamente i “rischi” che a suo avviso corrono le alberature del parco.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri nella discussione che si è svolta giovedì 20 marzo

La discussione di tre interrogazioni e un ordine del giorno nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 20 marzo è stata l’occasione per un serrato dibattito sul tema. Oltre agli interroganti (Sandro Bellei di FI-Pdl, Sandra Poppi di Msa e Luigia Santoro di Ncd che ha presentato anche l’odg) sono intervenuti diversi consiglieri, assessori e il sindaco.

Eugenia Rossi di El si è detta indignata per “l’atteggiamento della Soprintendenza che non sa fare il proprio lavoro”. E riferendosi al progetto ha parlato di “ignoranza in termini di estetica e di un vero orrore, la dimostrazione del cattivo gusto e dell’inconsistenza artistico culturale di questi amministratori. I chioschi – ha aggiunto – si potevano fare, ma in modo diverso e non dovevano essere impattanti”. In seguito all’intervento dell’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi, che ha richiamato tutti a utilizzare termini più rispettosi nei confronti della Soprintendenza e in generale “a usare più misura nelle dichiarazioni”, la consigliera di El è intervenuta per fatto personale rivolgendo tra l’altro accuse pesanti all’assessore. Accuse del tutto “impronunciabili” per il sindaco Giorgio Pighi che ha precisato: “Valuterà l’assessore se adire alle vie legali. Si potrà dire che l’intervento non piace – ha concluso il sindaco – ma senza tirare in ballo cose a sproposito, come la liceità degli atti amministrativi e l’onorabilità della Soprintendenza”.

Da parte sua, invece, l’assessore all’Ambiente Simona Arletti ha rassicurato sulla particolare attenzione per il cedro secolare presente nel parco e in genere per tutte le alberature presenti con attenzione al bilanciamento in positivo del verde, ogni qual volta si presenta una criticità”. E L’assessore Prampolini ha osservato che solo sei degli iniziali 12 chioschi hanno il permesso di costruire, di cui per uno la richiesta è ancora in fase istruttoria.

Per il Pd, William Garagnani ha ricordato “l’ottica ampia con cui è nato il progetto per affrontare due problemi, della ‘movida’ di via Gallucci e della cattiva frequentazione del Parco delle Rimembranze. Progetto iniziato con la pavimentazione e l’illuminazione della passeggiata delle Mura e poi attraverso la riqualificazione dei chioschi e per il quale l’Amministrazione si è avvalsa anche di consulenze esterne. A monte dell’operazione – ha insistito – c’era l’esigenza di una forte riqualificazione di tutta la zona e di ricucire la parte sud con il centro”.

Per FI-Pdl il capogruppo Adolfo Morandi sono state fatte “scelte molto discutibili, quali l’aver portato avanti la ristrutturazione di tutti i chioschi e l’aver voluto che fossero tutti uguali. Una scelta discutibile – ha osservato – se dettata dalla Soprintendenza, ma se è stata proposta dall’Amministrazione, si poteva gestire diversamente. Anche se il progetto è iniziato dieci anni fa, è forse il momento di fermarsi un attimo”.

Andrea Galli (FI-Pdl) ha chiesto di intervenire “per fatto personale, in qualità di proprietario di chioschi”. Dopo aver spiegato la cronologia degli eventi che lo ha portato a diventare proprietario di due chioschi ha affermato: “Ho portato avanti la ristrutturazione credendo di avere la certezza del diritto che oggi tutti qui hanno smentito a partire dal mio partito, dall’Amministrazione comunale e da tutti coloro che in questa vicenda sono intervenuti senza averne alcun titolo. Sono stato crocifisso sui giornali e dall’opinione pubblica perché esercito un mio diritto. Non esiste un criterio estetico, la proposta fatta dai gestori era solo di avere una diversa tempistica senza obbligare taluni a vendere”.

La consigliera Luigia Santoro ha chiesto a sua volta di intervenire per fatto personale precisando che “chiedeva strutture rimovibili” e dicendosi “meravigliata che un consigliere, che c’era già dal 2007 e che ora si candida a sindaco, pensi di cementificare in questo modo”.

 

IL COMUNE RIBADISCE CORRETTEZZA LAVORI

Rispetto alla richiesta di sequestro dei cantieri avanzata dalla Procura al Gip

Il Comune di Modena, in merito alla richiesta avanzata dal procuratore capo Vito Zincani al Giudice per le indagini preliminari di sequestrare i cantieri dei chioschi in fase di realizzazione nel Parco della Rimembranza, ribadisce che i lavori in corso da parte dei privati sono conformi ai permessi di costruire rilasciati dal Comune e approvati dalla Soprintendenza, così come è stato riconosciuto anche in occasione di recenti sopralluoghi.

Il Comune, che ha già fornito nei giorni scorsi la documentazione richiesta dalla Procura, ricorda inoltre di avere condiviso con gli organismi di tutela tutto il percorso del Progetto di riqualificazione urbanistica e valorizzazione commerciale del parco delle Mura avviato una decina di anni fa. Rispetto alle ipotesi formulate, quindi, si conferma la correttezza degli atti a cui si fa riferimento e, comunque, piena fiducia nell’intervento della magistratura mettendosi a disposizione per ogni ulteriore accertamento dei fatti.