Inutile, è sempre più difficile. Non bastano decenni di fabbrica, decenni di bulloni da stringere e di rulli da riparare. Non bastano le ingenti somme che, ogni mese, una simpatica voce indirizza verso quello che è una sorta di chimera lontana, irrazionale, una specie di Bigfoot, una figura leggendaria che alcuni dicono di aver visto, mentre altri non ne hanno mai sentito parlare: la pensione.
Più facile toccare con mano la linea dell’orizzonte, più facile crepare sotto i pistoni di una macchina a motore: i premi Nobel che albergano negli sfarzosi palazzi romani hanno fatto presto. L’asticella è più in alto, dice 67. Chiaro che, a 67 anni, l’avvocato può ancora, con la sua esperienza, sbrigare clienti e prestare consiglio, così anche l’editorialista del giornale, così anche il dermatologo, il notaio o la segretaria. Chiaro che sarebbe meglio fare i nonni, curare l’orto, leggere e scrivere le proprie memorie, tra una tombola di Natale e una crociera tra i ghiacci. Però, se sua altezza vuole, il notaio e l’avvocato possono resistere, per passione e per devozione nei confronti della prestigiosa carica che ricoprono. Ma il metalmeccanico? Il pressista? Lo smaltatore? Ebbene, per le vie di Roma queste figure non sono riconosciute, nessuno capisce cosa si possa fare, per otto-dieci ore al giorno, dentro a quegli strani capannoni senza arazzi sui muri, senza aria condizionata e coi muletti al posto delle auto blu. Tra non molto, nelle aree ristoro delle nostre aziende, saremo costretti a inserire Algasiv, Polident e mele cotte al posto delle barrette di cioccolato e dei caffè.
“A mio avviso, quanto sta accadendo con la data di posticipo dell’età pensionabile, è il risultato di una riforma superficiale frutto di puri calcoli ragionieristici”. Così Giovanni Gorzanelli, presidente di Confimi Emilia e portavoce degli imprenditori delle piccole e medie imprese del nostro territorio. Gorzanelli ha continuato dicendo: “Questa riforma non non ha analizzato per niente le gravi conseguenze che provocherà nel lungo termine. Sono molto preoccupato: in questo modo i posti di lavoro caleranno ed i giovani faranno sempre più fatica ad inserirsi nel mondo del lavoro” Il titolare della Margen di Maranello ha inoltre messo in evidenza alcuni aspetti di primaria importanza trascurati dal legislatore: “Nessuno ha pensato a tutte quelle persone che svolgono mansioni faticose, che fanno lavori pesanti, con turni di notte e con orari sempre meno elastici. Come faranno queste persone a resistere fino alla soglia dei 70 anni? Nessuno pensa alle pensioni d’oro concesse a molti, ai tanti “fortunati” che sono andati in pensione nell’età in cui oggi un lavoratore, nel migliore dei casi, firma un contratto a lungo termine o indeterminato. Una legge scellerata giustificata col fatto che, a quanto pare, oggi ‘la gente vive più a lungo’, come se fosse una colpa”. Una critica costruttiva, questa la proposta di Confimi Emilia per rendere questo disegno utile alla comunità: “Oggi le piccole e medie imprese hanno la necessità di accogliere giovani volenterosi e capaci, ma hanno anche la necessità di fare quello che spesso la scuola non è in grado di fare: formare e istruire il giovane diplomato che ha l’obiettivo di diventare operaio specializzato o perito. Sarebbe opportuno creare una formula che metta nella possibilità gli operai prossimi alla pensione di trasformarsi in una figura utile alla formazione, utile ad insegnare il lavoro ai giovani prima di passare al meritato riposo, magari attraverso orari agevolati e ridotti. Prima si chiamava apprendistato in bottega, questa formula ha permesso ai nostri artigiani di resistere nel tempo e di fondare le attuali aziende di meccanica, di elettronica e di qualsiasi altro tipo. Facciamo degli operai esperti dei maestri, il lavoro lasciamolo ai ragazzi giovani con una vita davanti per lavorare”.
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Foto: Pino Flamini (pres. Confimi Bologna) col direttore Mario Lucenti e il presidente Giovanni Gorzanelli



