Filippi (FI) ‘Vergognarsi di rapresentare la Regione Emilia Romagna’

“Spaccio di droga, prostituzione, gioco d’azzardo, vendita di merce contraffatta: tutto questo accade nel piazzale di Viale Aldo More dove è ubicata la Regione Emilia-Romagna e nelle strade circostanti” – a darne notizia è Fabio Filippi, Consigliere regionale di Forza Italia.

“In quello che dovrebbe essere il centro istituzionale per eccellenza della nostra regione succede di tutto, l’area è stata trasformata nell’epicentro regionale dell’illegalità.
Già dalla mattinata giovani prostitute provenienti dall’est Europa occupano le strade circostanti la Regione Emilia-Romagna, vista la giovane età delle ragazze non ci sono dubbi che vi siano forme di sfruttamento, in serata sono invece i transessuali ad invadere il piazzale di Viale Aldo Moro.
L’area non è neppure esente dallo spaccio e dal consumo di droghe pesanti, non è raro vedere, anche di giorno, giovani e meno giovani bucarsi nei pressi della stamperia dell’Assemblea legislativa, i muri sono spesso imbrattati di sangue e l’area è infestata da siringhe usate (documentazione fotografica) e tutto questo mentre il governo di prodi aumenta la dose quotidiana di mariuana.
Negli ultimi mesi è stata istituita anche una nuova pratica: il gioco d’azzardo. Quasi ogni giorno, sempre nel piazzale della Regione Emilia-Romagna, un gruppo di individui si diletta con il gioco delle tre carte, speranzosi di truffare qualche passante o qualche dipendente regionale (documentazione fotografica).
Infine sono numerosi gli ambulati che invadono la piazza e vendono merce contraffatta (documentazione fotografica).
Errani e i nostri amministratori di centro-sinistra fanno finta di niente.
E’ impossibile non accorgersi di una situazione tanto degradante.
Ho presentato, assieme ai colleghi di Forza Italia, una risoluzione regionale per risolvere una volta per tutte la questione.
E’ giusto che la nostra Giunta si responsabilizzi e si impegni a ripristinare la legalità nell’area, ridando alla Regione Emilia-Romagna la dignità istituzionale che le spetta”.