
A detta di coloro che si dicono favorevoli, questa soluzione rimetterebbe al centro le competenze e non i contenuti espressi dai bambini, allontanando anche quel motivo di mortificazione per migliaia di piccoli studenti.
Le regioni del contro invece affermano che sia importante trasmettere (anche con i numeri) l’esistenza di differenti gradi di apprendimento almeno già dagli ultimi due anni delle elementari.
Claudio Corrado