Rintracciate alcune delle auto rubate, i carabinieri vi misero delle microspie grazie alle quali ne seguirono gli spostamenti. E’ stato uno degli
accorgimenti che ha permesso ai militari della Compagnia di Borgo Panigale, coordinati dal Pm di Bologna Giovanni Spinosa, di scoprire un gruppo di albanesi accusati di una cinquantina di
furti in villette nelle province di Bologna, Modena, Ravenna e Reggio Emilia, e ora a processo davanti al Tribunale del capoluogo emiliano.


L’indagine arrivò così a termine, anche per la
disponibilità dei proprietari delle auto, che autorizzarono gli inquirenti a posticipare il sequestro dei mezzi: contributo per il quale il Pm ha ringraziato in udienza le parti lese, mentre
un maresciallo dei carabinieri ha ricostruito davanti alla Corte presieduta dal giudice Sergio Cornia tutte le fasi dell’inchiesta.

Le manette scattarono alla fine del dicembre 2001, con le ordinanze di custodia cautelare nei confronti di otto
cittadini albanesi e due italiani, questi ultimi due accusati di ricettazione, perchè avrebbero avuto il compito di piazzare la merce rubata.

Secondo le indagini, dall’estate 2001 fino a metà novembre, il gruppo avrebbe realizzato un bottino di almeno due miliardi di lire, fra auto di lusso, gioielli e altri oggetti di valore trafugati da ville e case isolate, sempre di notte e spesso mentre i padroni di casa stavano dormendo.

Circa la metà dei colpi sarebbero stati commessi in villette del bolognese, a Castello di Serravalle, Calderara, Monte San Pietro, Savigno, Pianoro e nell’imolese. Gli altri sono avvenuti nelle province di Modena, Ravenna e Reggio Emilia.
Al momento degli arresti, le perquisizioni portarono al recupero di parte della refurtiva: 22 auto di grossa cilindrata, orologi e oggetti in oro.

Il processo, che in mattinata ha visto
l’inizio della fase istruttoria dopo le udienze dedicate alle questioni preliminari, riprenderà il 13 febbraio, quando toccherà alle 80 parti lese.