Al termine di una indagine su numerosi furti, ordinata dal pm della procura felsinea Flavio Lazzarini, i carabinieri della Compagnia di Sal Lazzaro, hanno arrestato quattro rom nati in Italia.
In carcere, su ordinanza di custodia cautelare, sono finiti Luciano Bellinati, 37 anni, nato a Mirandola nel modenese; il fratello Roberto Bellinati, 38 anni, nato a Cernusco sul Naviglio (MIlano); il figlio di quest’ultimo Daigoro, 20 anni nato a Cesena; e la nonna di quest’ultima Lucilla Bottega, 55 anni nata a Mantova, tutti noti alle forze dell’ordine.
Sono accusati di 6 tentati furti e 9 riusciti in abitazione e su autovetture commessi tra le province di Bologna e Ferrara.
E’ invece accusata di riciclaggio, ma indagata a piede libero, N.M., 37 anni, già nota alle forze dell’ordine convivente di Roberto Bellinati, perchè secondo gli inquirenti sarebbe la custode della refurtiva.
La donna infatti non solo aveva la disponibilità di una cassetta di sicurezza bancaria in cui sono stati trovati molti oggetti d’oro, ma era anche intestataria di tutti i beni in uso al vasto nucleo familiare tra cui auto di lusso, moto, conti correnti e il terreno su cui è stato costruito il loro campo.
Ingenti i beni sequestrati al gruppo. I carabinieri hanno infatti appurato che i 5 avevano nella propria disponibilità circa 140 mila euro in contanti e altrettanti in beni tra cui auto e moto di grossa cilindrata e investimenti obbligazionari. Sequestrati anche una quarantina di anelli, una trentina di collane, una decina di orologi e una ventina di statuette che secondo gli investigatori sarebbero di provenienza furtiva.
Da qui l’invito a chi avesse subito dei furti a recarsi presso la compagna di San Lazzaro per visionarli.
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L’indagine che ha portato alle 4 ordinanze, è cominciata nel dicembre scorso quando Luciano e Roberto Bellinati sono stati riconosciuti dal proprietario di un appartamento di Castello di Serravalle appena svaligiato. In febbraio poi sono cominciati i servizi di pedinamento e controllo che hanno permesso di arrestare in flagranza di reato Roberto Bellinati e il figlio Daigoro dopo un tentativo di furto in una abitazione di Sasso Marconi: furto non riuscito perchè in casa c’erano i proprietari che allertarono subito i carabinieri.
Nel frattempo i militari avevano accertato che Luciano Bellinati e la madre avevano commesso altri furti così come Roberto e il figlio Daigoro.
Al termine degli accertamenti il pm ha chiesto e ottenuto dal gip le ordinanze cautelari.