È promossa dal sindacato pensionati Spi/Cgil la tavola rotonda di questo pomeriggio, 14 dicembre – ore 14.15 polisportiva Saliceta S.Giuliano – sul tema della contrattazione territoriale, difesa del potere d’acquisto delle
pensioni e tutela dei bilanci familiari.

Partecipano Franco Zavatti segretario Spi/Cgil, Donato Pivanti segretario Cgil Modena ed Emilio Zanoli segreteria Spi/Cgil, i sindaci di Mirandola Luigi Costi e Novi Luisa Turci, l’assessore del Comune di Modena Roberto Guerzoni, il vice presidente della Provincia Maurizio Maletti, il presidente di Ato Modena Gian Battista
Pasini. Conclusioni di Maurizio Fabbri segretario regionale Spi/Cgil

La discussione prenderà l’avvio dalla presentazione del 3° osservatorio messo a punto dal sindacato pensionati su tasse, rette e tariffe locali, uno strumento utile a orientare la contrattazione sui bilanci comunali di
previsione per il 2008, già avviata con molti Enti Locali della provincia.
L’osservatorio dello Spi modenese analizza nel dettaglio i tributi locali (principalmente Ici e addizionale Irpef) e le rette per i servizi a domanda individuali applicati dai 47 comuni della provincia, il loro andamento dal 2002 al 2007, e presenta inoltre le tariffe per i servizi a rete quali
acqua, energia, rifiuti.

“In un’ottica di maggior equità sociale e di tutela del potere d’acquisto delle pensioni e dei bilanci familiari – spiega Franco Zavatti segretario
Spi – chiediamo ai nostri interlocutori istituzionali l’estensione delle tariffe sociali con l’esenzione per tutti gli incapienti (redditi sino a
7.500 euro) e riduzioni graduate in base alla certificazione del reddito Ise (reddito da lavoro più patrimonio)”.
Inoltre lo Spi si batte per il controllo degli aumenti delle tariffe dei servizi a rete ed “eventuali aumenti – aggiunge Zavatti – devono avvenire solo entro il tasso dell’inflazione programmata, così come per le pensioni che avranno un aumento per il 2008 del 1,6%”.
Per quanto riguarda i tributi locali, lo SPI è interessato a intervenire sull’Ici in una provincia come quella modenese dove l’80-85% delle famiglie
sono proprietarie di prima casa. “E’ necessaria una omogeneità del prelievo sui 47 comuni superando l’attuale differenziazione di aliquote per non creare disparità tra cittadini che abitano a pochi km di distanza, mentre per garantire equità sociale deve essere applicata una maggiore selettività dell’imposta in base al reddito Isee”. Si chiede che le ulteriori detrazioni previste da 23 comuni per i casi di disagio sociale, siano omogeneizzate per entità e criteri, almeno nello stesso distretto di
comuni.
Sull’addizionale Irpef dallo scorso anno introdotta da tutti i comuni (da un minimo dello 0,1‰ nei comuni di S.Cesario e Bastiglia a un massimo dello 0,8‰ a Castelfranco) si chiede sia omogeneizzazione che diminuzione di
un’imposta particolarmente iniqua poiché pesa in ugual modo su tutti i redditi. E’ al modello di Mirandola (al momento unico in provincia) che
guarda il sindacato per garantire maggiore progressività di questa imposta, adottando 4 aliquote differenziate per fasce di reddito.
Anche sui servizi a domanda individuale, a cominciare dalla retta per la casa protetta, si chiede la tariffazione sociale per i meno abbienti e aumenti contenuti all’inflazione programmata.