Da oltre tre anni la materia dei dehors è oggetto di numerosi e consistenti interventi normativi del Comune e non ha ancora trovato un assetto definitivo. Vi sono state variazioni, interpretazioni, nuove procedure che hanno creato problemi enormi nella concessione delle autorizzazioni.
La situazione è rimasta confusa anche riguardo ai rapporti tra Comune e Soprintendenza che non hanno trovato un’intesa duratura, capace di rispondere alle esigenze di sviluppo delle imprese e al bisogno dei cittadini di vivere la città come desiderano.
Ci pareva che la misura fosse colma ed invece a fine dicembre la maggioranza dei gestori di pubblici esercizi ha subito l’ennesima doccia fredda in coincidenza con il periodo di presentazione della domanda di concessione di dehors per il 2008.
Una delibera comunale ha previsto per tutta la città un’autorizzazione preventiva della Soprintendenza per tutti i dehors di tipologia successiva alla 1 (tavolini e sedie) con un aggravio notevole di tempi e costi, senza peraltro dare alcuna certezza sull’esito finale delle domande di concessione.
L’Amministrazione Comunale ha alzato bandiera bianca di fronte alle richieste della Soprintendenza e ha rinunciato alla responsabilità amministrativa che invece gli compete. Ci ha stupito il fatto che la Giunta Comunale abbia approvato una delibera senza prima aver intrapreso una seria azione politica ed un confronto con le Associazioni di Categoria.
“E’ giunto il momento di fare chiarezza una volta per tutte – ha sottolineato Bruno Filetti, Presidente di Ascom Bologna – e per questa ragione la nostra Associazione ha scelto la strada del ricorso davanti al Tar. Nelle prossime settimane a questo ricorso contro Comune di Bologna, Ministero dei beni Culturali e Soprintendenza si affiancheranno quelli di alcuni gestori di pubblici esercizi in modo tale da chiedere la sospensiva della delibera”.
“Ascom Bologna – ha concluso Bruno Filetti – si augura che il ricorso costituisca per Comune di Bologna e Soprintendenza un’occasione per riprendere il dialogo e per pensare al bene della città che è poi quello che più interessa a cittadini ed imprese”.