“Sul processo di liberalizzazione dei servizi pubblici si rischia di fare un passo indietro se non si smorzano i toni della polemica. E soprattutto di ingenerare confusione negli utenti”. Giovanni Battista Pasini, presidente di Ato4 interviene in merito all’interrogazione presentata in Giunta da Flori e Balestrazzi (Modena a Colori) sulla presunta inutilità di Ato.

“Senza volerci sovrapporre a competenze istituzionali, perché sarà il Sindaco Pighi a rispondere – dice Pasini – tengo comunque a precisare alcuni aspetti della questione. Se siamo tutti d’accordo che sia la strada della liberalizzazione quella da seguire – sostiene il presidente dell’Ato -e la necessità urgente quella di separare la gestione dei servizi dalla proprietà, con la garanzia di controllo di un soggetto terzo, allora occorre dire che il processo è in corso. Ha bisogno di tempi e di regole chiare per essere messo in condizione di avanzare”.

Ato, Agenzia d’Ambito per i servizi pubblici, che regola il servizio idrico integrato e il servizio rifiuti urbani, con funzioni di controllo sui Gestori, rivendica il suo ruolo e i suoi meriti.
“L’allargamento del mercato non tarderà ad aprire a competizioni internazionali per la gestione dei servizi, -aggiunge Pasini -e renderà possibile la concorrenza tra più soggetti, che avranno tutto l’interesse a presentarsi con livelli di efficienza e qualità alti e contenimento delle tariffe, in vista di gare pubbliche. A tutto vantaggio dei cittadini. In prospettiva si renderà più urgente il rafforzamento dei soggetti regolatori. Il processo è irreversibile e va sostenuto non osteggiato, per non perdere terreno”.

A chi rimprovera ad Ato di non avere peso nel contrastare l’azione del Gestore Ato risponde coi numeri.
Dal 2005, anno di inizio della gestione integrata del servizio idrico, gli investimenti (imposti ai Gestori) per il rinnovo degli impianti e la riduzione delle perdite di rete hanno superato i 60 milioni di euro, traguardo impensabile con i soli investimenti a carico dei Comuni, e possibili solo se pianificati su scala territoriale allargata. La riduzione delle perdite in due anni è stata di due punti percentuali, ovvero circa 1.700mila metri cubi di acqua risparmiati grazie alla gestione integrata.

Benché idrico e rifiuti siano settori meno maturi rispetto ad altri già ampiamente consolidati (gas, energia, telefonia ecc) la politica integrata ha permesso, per il settore idrico, di ridurre da 33 a 3 i differenti sistemi tariffari per le bollette, ha fissato uno standard unico per ogni Gestore per le tariffe di allacciamento agli acquedotti, e ha stabilito tariffe agevolate per le famiglie numerose e in difficoltà, a cui il gestore deve attenersi. Sul versante rifiuti è in corso un piano di incremento della raccolta differenziata e un progetto sperimentale di verifica della cosiddetta “soglia di accettabilità” dei servizi offerti dai Gestori.
“Per quanto riguarda le tariffe rifiuti – colclude Pasini – l’iter che prevede il passaggio da tassa a tariffa (pagare solo per quanto si produce) è bloccato dalla normativa nazionale e non a causa di Ato.
Il processo di liberalizzazione ha bisogno di un dialogo costruttivo con i cittadini, e non facili demagogie”.