Sono iniziati i lavori al Canale Diversivo di Burana, principale arteria del Bacino delle Acque Alte nelle zone di bassa pianura modenese e ferrarese, che assolve sia ad una funzione di scolo che irrigua nel bacino.

Le opere rientrano nell’ambito del piano di interventi di rilevanza nazionale finanziate dal Ministero delle Politiche Agricole a sostegno del settore irriguo, su progetto del Consorzio della Bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro approvato dalla Regione Emilia-Romagna.

“Si tratta di un intervento molto importante per una zona strategica dal punto di vista agricolo” afferma il presidente dell’Ente Fausto Balboni. ”Il Bacino delle Acque Alte, infatti, ha un’estensione di quasi 18.000 ettari e si sviluppa sempre più nella direzione di un’agricoltura intensiva, che cerca dunque la massima redditività del suolo avvalendosi di sistemi irrigui di avanguardia. È dunque basilare per il Consorzio di Burana garantire un reticolo irriguo efficiente in grado di far fronte anche alle condizioni di siccità che hanno caratterizzato l’andamento stagionale degli ultimi anni” ribadisce Balboni.

“Proprio per garantire quest’efficienza e per mantenere elevati standard di sicurezza, abbiamo presentato il progetto per il ripristino della funzionalità idraulica ai fini irrigui del Canale Diversivo di Burana che comprende una serie di interventi volti alla salvaguardia arginale e alla sistemazione dell’alveo” ribadisce Gianni Chiarelli, direttore del Burana.
“Nel periodo autunnale e invernale il canale raccoglie, attraverso una fitta rete di canali secondari, le acque meteoriche provenienti dalle campagne e da diversi centri urbani, quali Bastiglia, Camposanto, Cavezzo, Medolla, San Felice, San Possidonio, San Prospero, recapitandole a gravità o per scolo meccanico nel fiume Panaro.
Durante la stagione estiva il canale è uno dei vettori principali per l’approvvigionamento idrico e ha la funzione di convogliare, con l’ausilio di alcuni sbarramenti e piccoli impianti di sollevamento, le acque prelevate dal Po tramite Sabbioncello, fino quasi alle porte di Modena, consentendo così l’irrigazione di quasi tutta la pianura modenese compresa tra i Fiumi Secchia e Panaro. È nel suo tratto terminale, tra Finale Emilia e Bondeno, che si concentra la maggior parte degli interventi avviati in questi giorni, dove si è registrato un generale scorrimento dei corpi arginali all’interno del canale” afferma Chiarelli.

Per un’analisi più approfondita del problema il Burana ha commissionato alcune prove geotecniche ed ha analizzato la natura lito-stratigrafica dei terreni costituenti le arginature: queste sono state costruite con materiale proveniente dall’alveo abbandonato del Panaro con caratteristiche meccaniche scadenti, che oggi non preservano da filtrazioni e moti franosi.
Alla luce dei processi che causano instabilità e ricercando soluzioni che garantiscano il migliore rapporto costi-benefici, l’Ente ha previsto la difesa spondale tramite palificata laddove la situazione di dissesto si presenta meno critica, mentre nelle zone più dissestate ha optato per i massi naturali; questi sono infatti adatti a preservare gli argini dall’erosione, anche quando sottoposti a variazioni del livello idrico. La scelta di questa tipologia di intervento dà garanzia di ampia sicurezza, permette di contenere gli oneri di manutenzione e garantisce un limitato impatto ambientale, in quanto si presta ad un rinverdimento naturale delle sponde.