Confesercenti prendo atto che i buoni propositi dell’Amministrazione Comunale, esposti in più occasioni anche pubblicamente, con tutta probabilità resteranno delle dichiarazioni di principio perchè si è scelto di scaricare inefficienze ed improduttività nella gestione dei servizi di igiene ambientale sul mondo delle piccole imprese del commercio e servizi.
È fortemente critico il commento di Confesercenti di fronte alla prospettiva sempre più concreta di un incremento della tariffa di igiene ambientale che penalizzerà pesantemente diversi settori del commercio, in particolare ristoranti, bar e ortofrutta, e che rischia di avere le dimensioni di una vera e propria stangata, che nulla ha a che vedere con uno sforzo congiunto diretto a contenere il caro vita cha affligge sempre più cittadini e commercianti. Per bar, caffetterie, ristoranti, trattorie, pizzerie l’aumento sarebbe di 3 volte il tasso di inflazione registrato nel 2007, mentre per i negozi di ortofrutta si arriverebbe addirittura 6 volte e mezza; ciò senza considerare che da sempre queste attività sono tra quelle alle quali viene applicata la tariffa più elevata.
Nello stesso tempo – prosegue Confesercenti – è preoccupante che l’aumento tradisca in modo eclatante gli indirizzi delle “Politiche di bilancio del Comune di Modena 2008-2010”, nella parte in cui si afferma di “limitare l’aumento della Tariffa di Igiene ambientale entro il + 3%”. L’intenzione di rivedere al rialzo la Tariffa di Igiene Ambientale a carico delle PMI modenesi, che è diretta conseguenza della proposta di adeguamento avanzata nelle settimane scorse da Hera, è quindi in controtendenza rispetto agli orientamenti di bilancio. Se, come temiamo, le richieste saranno accolte, si andrà a favorire un’accelerazione dell’inflazione anche perché siamo di fronte ad oneri che il singolo non può che subire.
È chiaro che alla base c’è anche una scelta politica e quindi un’assunzione di responsabilità da parte del Comune che non può abdicare alla sua funzione di governance della multiutility. La scelta di scaricare i maggiori costi di gestione del servizio rilevati nel 2007 sulle imprese appare come una scorciatoia per recuperare efficienza sulle spalle di altri. Per questo Confesercenti chiede un ripensamento e suggerisce di lavorare con più determinazione sul recupero di efficienza gestionale della struttura di Hera, sia attraverso una sua razionalizzazione, sia attraverso un recupero di produttività. Per certi aspetti disarmante è poi il confronto con alcuni Comuni della Regione che evidenzia che la tariffa di igiene ambientale a Modena è, in alcuni casi, superiore anche del 33% rispetto a quella applicata da altri Comuni.
Restano aperte due questioni molto importanti rispetto alle quali Confesercenti chiede segnali di chiarezza. Da un punto di vista operativo occorre lavorare affinché sia massima la personalizzazione della tariffa: in altre parole si deve tenere conto della partecipazione ai programmi di raccolta differenziata, creare un’adeguata scontistica e, infine, commisurare la TIA sulla base di ciò che effettivamente non viene differenziato. Sul piano politico resta ancora da capire come parole come razionalizzazione, economie di scala, efficienza, tutti termini usati in abbondanza in occasione dell’ingresso di Meta in Hera, si possano tradurre anche in un vantaggio per i consumatori, sia sul piano della qualità che dei costi. Confesercenti continua a ritenere che alla “funzione di garante dell’interesse generale“ il pubblico non dovrebbe mai rinunciare. Se ciò dovesse accadere è bene allora che il pubblico esca dalla compagine sociale e si avvii una piena e completa privatizzazione della multiutility.