Di fronte alla crisi che colpisce anche a Modena le imprese, i consumi delle famiglie e l’occupazione di migliaia di lavoratori, le politiche del governo si rivelano ancora una volta insufficienti e inadeguate, con misure dell’ordine dello 0,3 per cento del Pil contro il 7 per cento di altri grandi Paesi. Mentre i governi di Stati Uniti e Cina puntano su politiche espansive in Italia si attua una manovra deflattiva che non difende i redditi medio-bassi e non rilancia la domanda.


La solidità del tessuto produttivo modenese sembra in grado di resistere meglio di altre aree del Paese, tuttavia anche nella nostra provincia
cominciano a farsi sentire i contraccolpi della crisi come dimostra l’aumento esponenziale delle ore di cassa integrazione negli ultimi tre
mesi.

Alla crisi economica e ai modi per contrastarla anche in sede locale è dedicato l’ordine del giorno approvato ieri sera dalla segreteria del
Partito democratico di Modena che contiene dieci proposte per rilanciare l’economia, favorire l’innovazione, difendere l’occupazione.

Ecco di seguito il decalogo anti-crisi.
1) Consolidare il rapporto banca-impresa, sostenendo in modo efficiente l’utilizzo del sistema della garanzia pubblica ed introducendo
strumenti finanziari innovativi per sostenere la crescita delle imprese, con particolare attenzione a quelle piccole e medie che operano sul nostro
territorio (cooperative, artigiani, pmi, industrie) e sono la vera forza della nostra economia. Il Pd considera in questo senso positivo, e da
rilanciare, l’impegno della Regione, che ha già destinato 50 milioni di euro a sostegno del credito agevolato a favore delle imprese, e le azioni della Provincia e dei Comuni modenesi volte a facilitare l’accesso a finanziamenti agevolati destinati alle imprese che fanno innovazione tecnologica, organizzativa e commerciale e per le nuove imprese.
Rafforzare le sinergie tra Provincia e Comuni modenesi, a partire già dalla predisposizione dei bilanci previsionali per il 2009, tese a
razionalizzare e rafforzare le risorse e gli interventi nel settore. Questo anche con la collaborazione della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura.
2) Contenere le tariffe dei servizi comunali quanto più possibile per l’anno 2009 – e comunque al di sotto dell’inflazione reale – al fine di
non aggravare di ulteriori costi i bilanci di famiglie e imprese. E’ quanto stanno facendo diversi Comuni – tra questi si segnala quello di
Modena, che ha raggiunto un’importante intesa con le parti sociali – e quanto intendiamo chiedere a tutti i nostri amministratori.
3) Favorire l’internazionalizzazione delle nostre imprese in forma singola e aggregata, come opportunamente stanno facendo la Camera di
Commercio di Modena e la Regione. La globalizzazione, checché ne dica Tremonti, è una grande opportunità per le economie – come quella modenese – che sanno innovare e competere sui mercati internazionali. Ad esempio nel settore della meccanica: dobbiamo ringraziare il boom cinese se le nostre aziende aumentano l’export di macchine al ritmo del 30-40 per cento
in un anno.
4) Promuovere il risparmio energetico e la produzione di fonti rinnovabili e naturali, avviando le imprese lungo la strada della green
economy, ovvero di un’economia che unisca sviluppo, lavoro e ambiente. Le nostre piccole e medie imprese hanno l’intelligenza, le competenze e la flessibilità per investire nel campo delle energie rinnovabili e delle
nuove tecnologie ambientali. Senza dimenticare, cosa che il Pd ha sostenuto, che la nostra regione è stata la prima ad adottare la certificazione energetica degli edifici. Apprezzabile, da questo punto di vista, la strada tracciata dalla Provincia di Modena, che sta programmando i suoi interventi sulla base delle direttive regionali di utilizzo dei fondi strutturali per lo sviluppo di aree produttive industriali e artigianali ecologicamente attrezzate. Ora più che mai occorre spingere con forza in questa direzione.
5) Promuovere e consolidare filiere efficienti, che minimizzino i costi, valorizzino la specializzazione dei segmenti e assicurino prodotti di qualità con un rapporto virtuoso con il territorio, con particolare riferimento al comparto agricolo a agroalimentare di qualità, da
valorizzare, nella nostra provincia.
6) Favorire una stretta cooperazione tra imprese, Università e centri/laboratori di ricerca per lo sviluppo condiviso di nuovi progetti e
tecnologie nella ricerca industriale, nella formazione, nell’innovazione e nello sviluppo pre-competitivo. Valorizzare i centri per il trasferimento tecnologico: il Pd ritiene che la definizione di un progetto di tecnopolo
modenese tra Regione, Provincia, Università, Camera di Commercio, Comune, Democenter-Sipe e rappresentanze economiche, interpreti bene questa esigenza.
7) Promuovere modalità innovative nell’operato degli Enti Locali e della Pubblica Amministrazione per assicurare più efficienza e maggiore
semplificazione. In questo senso rilanciamo i processi di aggregazione amministrativa già positivamente avviati in questi anni tra i nostri
Comuni (Unioni di Comuni), puntando a completare, già per il 2009, l’intera riorganizzazione provinciale e a trasferire nuove funzioni e competenze ai soggetti di area vasta. Al tempo stesso intendiamo procedere nel quadro di semplificazione istituzionale avviato dalla
riforma regionale per ridurre enti ed agenzie.
8) Valorizzare e diffondere buone pratiche di responsabilità sociale d’impresa nel tessuto produttivo, come elemento di innovazione e
competitività del sistema imprenditoriale e fattore fondante di una economia che mette al centro dei suoi interessi la persona e la
sostenibilità ambientale e sociale del territorio.
9) Assicurare una migliore mobilità, sostenibile ed integrata, al fine di garantire una risposta al tema degli spostamenti dei cittadini e delle
merci, sostenendo il trasporto pubblico locale, valorizzando il nuovo servizio ferroviario (Alta Capacità e tratta Bologna – Verona) e realizzando le infrastrutture programmate (asse Campogalliano-Cittanova-Marzaglia-Sassuolo; Pedemontana; Cispadana, assi di penetrazione della montagna, ecc.). Più in generale occorre modificare il patto di stabilità interno e rimettere i Comuni nelle condizioni di investire in opere pubbliche legate al territorio. E’ questo un modo
rapido ed efficace per contrastare il crollo della domanda e riattivare il circolo virtuoso investimenti-domanda-consumo-occupazione.
10) Proporre azioni concrete per limitare i contraccolpi della crisi sui lavoratori, assicurando i fondi per la cassa integrazione, gli interventi
a sostegno dei lavoratori precari e le misure di sostegno delle famiglie. Importante, ad esempio, l’accordo raggiunto tra Regione e istituti di
credito per consentire alle aziende di far fronte ai pagamenti a breve e garantire la cassa integrazione.