Obiettivo Zero” è la manifestazione, unica in Italia, ideata organizzata e gestita da familiari di vittime della strada, in particolare dalla sede modenese dell’AIFVS – Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada. Giunta alla sua quarta edizione, la carovana di “Obiettivo Zero” continua a toccare i Comuni di Modena e provincia, con l’ambizione di coinvolgere, a rotazione, sempre più territori che ancora non hanno ospitato questa iniziativa di straordinario valore civile e umano. “Obiettivo Zero” nasce da un dolore trasformato in impegno.

Non si tratta solo una manifestazione, bensì di una voce corale di chi ha perso una persona cara sulla strada e ha scelto di lottare affinché nessun altro debba vivere lo stesso drammacommenta Assunta Partesotti, presidente di AIFVSObiettivo zero è l’unica, senza timore di esagerare, la maggiore manifestazione in Italia interamente curata da chi ha vissuto sulla propria pelle il dramma della violenza stradale”.

Il nome stesso dell’evento racchiude l’obiettivo: zero vittime sulla strada. Un traguardo che può sembrare ambizioso, ma che rappresenta l’unica direzione possibile per una società più giusta, consapevole e sicura. “Obiettivo Zero” porta nei territori incontri, testimonianze, momenti di riflessione, attività educative rivolte a giovani e adulti, con un messaggio forte: la sicurezza stradale è responsabilità di tutti. L’evento, realizzato a Mirandola grazie all’impegno del Comune e della Polizia Locale, vuole essere un momento di memoria e rispetto, ma anche occasione concreta per promuovere una nuova cultura della strada, fondata sulla prevenzione, sulla legalità e sul rispetto della vita.

Come Amministrazione, siamo orgogliosi di ospitare a Mirandola una tappa di Obiettivo Zero, una manifestazione che nasce dal dolore ma si traduce in impegno civile, testimonianza viva e coraggio. È un’occasione preziosa sottolinea l’Assessore Donnarumma per fermarci a riflettere, per ascoltare chi ha vissuto la tragedia più grande e per rinnovare il nostro impegno collettivo verso una cultura della strada fondata su responsabilità, rispetto e consapevolezza, coinvolgendo giovani e scuole. Il nostro compito è anche quello di educare, prevenire e agire affinché la parola ‘vittima’ possa un giorno uscire dal vocabolario della mobilità”.