Nella prima mattinata di oggi, i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di
Finanza di Parma hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari
personali (arresti domiciliari) emessa dal GIP del locale Tribunale, su richiesta della Procura di Parma, nei confronti di due soggetti di origine calabrese, residenti in provincia
di Parma e di Verona.

Gli indagati, in totale 6 persone, sulla base degli elementi allo stato raccolti, sono indiziati,
a vario titolo, dei reati di emissione e utilizzo di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e bancarotta fraudolenta.
Con il medesimo provvedimento, il GIP ha anche disposto il sequestro di 5 società, di un
immobile del valore di 430.000 euro nonché di somme per un ammontare di circa 1,5
milioni di euro quale profitto dei reati contestati.
Nello specifico, le indagini, originate dal fallimento di una delle società coinvolte, sono state
condotte dagli investigatori del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Parma
mediante intercettazioni telefoniche, analisi di segnalazioni per operazioni sospette e
un’accurata ricostruzione dei flussi finanziari che hanno consentito di disvelare un
articolato meccanismo di frode fiscale che sarebbe stato realizzato nel settore dei lavori
edili, con il coinvolgimento di diverse imprese dislocate nelle province di Parma e Verona.
Le società sequestrate, riconducibili ai principali indagati destinatari della misura cautelare,
sono risultate prive di consistenza economica, tanto da far ipotizzare che siano qualificabili
come mere cartiere; peraltro dette società si sarebbero avvicendate a partire dal 2019
generando un volume di false fatturazioni per oltre 8 milioni di euro.
La progressione investigativa ha consentito di ricostruire l’articolato meccanismo illecito
perseguito mediante l’utilizzo di una società capofila, unica operativa, utilizzata per
aggiudicarsi importanti commesse presso cantieri siti in Germania, fatturando
prestazioni di manodopera che sarebbero state di fatto realizzate da personale assunto da
una delle cartiere.
Parte delle somme ottenute, al netto del pagamento degli stipendi degli operai, risultano
poi trasferite su conti degli indagati per poi essere utilizzate per scopi personali, come
l’acquisto di un immobile in provincia di Parma del valore di 430 mila euro intestato al
figlio di un indagato e oggetto del provvedimento di sequestro eseguito. Nel corso delle investigazioni è poi emerso come le ulteriori cartiere -tutte contraddistinte da medesimi indici di anomalia, quali l’assenza di sede legale e luogo di esercizio, nonché prive di beni strumentali funzionali all’esercizio dell’attività di impresa e con ingenti pendenze tributarie- sarebbero state utilizzate per realizzare plurime fittizie operazioni contabili volte ad abbattere il reddito imponibile di tutta la rete societaria coinvolta.

L’odierna attività testimonia la costante attenzione e il perdurante impegno profuso dalla
Guardia di Finanza di Parma, nell’ambito delle indagini coordinate da questa Procura
della Repubblica, a contrasto delle frodi fiscali e dei contesti di illegalità economico –
finanziaria di maggiore gravità, a tutela delle imprese che invece operano nel rispetto
della legge, nonché per il recupero delle risorse sottratte alla collettività.

Con il presente comunicato si intendono sottolineare, in definitiva, i seguenti aspetti che
denotano la particolare rilevanza pubblica dei fatti:

1. in primo luogo, l’ammontare certamente rilevante della materia imponibile sottratta a
tassazione generata dalla sistematica evasione delle imposte dovute con conseguente
ingente danno finale per le casse dello Stato, fatto in sé obiettivamente grave;

2. in secondo luogo, gli illeciti contestati e lo schema ricostruito fondato sulla sistematica
creazione di società ‘’cartiere’’ utilizzate nello svolgimento di attività economiche nel
settore edile senza sostenere alcun carico erariale che falsano profondamente i
meccanismi della leale concorrenza;

3. in terzo luogo, la connotazione transnazionale della frode che ha reso particolarmente
complessa la ricostruzione dei flussi finanziari.

Si evidenzia, infine, che i provvedimenti sono stati emessi sulla scorta degli elementi indiziari acquisiti in fase di indagine preliminare.
Pertanto, in attesa di giudizio, trova applicazione, per tutti gli indagati, il principio di
presunzione di innocenza.