“I lavori sul ponte di Veggia saranno un test importante su come una delle zone industriali più importanti d’Italia, a cavallo di due province, saprà trasformare una grana in opportunità, riducendo code e disagi e migliorando la qualità della vita dei cittadini. Cisl c’è e propone un piano d’azione in quattro punti: la flessibilità oraria dei dipendenti, la sperimentazione dello smart working, una no drive zone per i mezzi pesanti nelle ore critiche e una collaborazione con i mobility manager delle principali aziende del territorio”.
Così i rappresentanti di zona Francesco Bini (Cisl Distretto ceramico) e Aziz Sadid (Cisl Tresinaro Secchia) rivelano quale sarà la linea del sindacato al summit del 27 maggio a Sassuolo (ore 17:00, Municipio), cui prenderanno parte oltre ai sindacati confederali anche le associazioni di categoria e d’impresa.
Il 16 giugno partirà il cantiere, la durata prevista dei lavori è di 60 giorni. “Abbiamo davanti due mesi di fuoco. Il Sindaco Matteo Mesini sta promuovendo una regia unitaria importante e le proposte che ha avanzato oggi vanno nella giusta direzione. Cisl considera un’ottima misura la partenza dello Smart working nei comuni del distretto, annunciata da Mesini e per la quale il nostro sindacato si era già speso nei giorni scorsi. Contiamo a maggior ragione sulla sua collaborazione per chiudere un protocollo che coinvolga il fronte delle imprese” proseguono i due sindacalisti.
ORARIO FLESSIBILE
Il protocollo che suggerisce Cisl inizia con la proposta della flessibilità oraria per i dipendenti che non hanno esigenze produttive e di servizio inderogabili. Mentre il mondo si muoverà lungo l’unico ponte in funzione sulla Sp467, continuare a chiedere ai lavoratori di entrare in azienda alle 8-8:30 significa concentrare migliaia di persone nel momento più critico e in un collo d’imbuto.
SMART WORKING
Punto numero due: “Crediamo che non ci debbano essere tabù per la parola smart working. Sappiamo benissimo che è una formula che non piace alle aziende, lo stesso chiediamo alle aziende di provare a discuterne con l’obiettivo di dare tutti una mano”, osservano Bini e Sadid.
E’ chiaro: un operaio che lavora ai forni delle piastrelle dovrà essere in presenza come sempre, ma ci sono figure amministrative, del marketing, del commerciale, per fare alcuni esempi, che possono essere mappate rapidamente e incentivate a lavorare da casa almeno per alcuni giorni della settimana. Riflettiamo sui numeri: nel distretto ceramico modenese lavorano circa 20.000 persone. Togliere dal traffico una quota di esse significherebbe restituire tempi migliori di vita e di lavoro a loro e a chi deve a tutti i costi mettersi in auto per andare in fabbrica o in ufficio. Dai Comuni del distretto è arrivata una scelta importante, ora anche le imprese possono dare un grosso contributo con lo Smart working”.
CAR POOLING
Numero tre: Bini e Sadid, inoltre, chiederanno che “i mobility manager delle aziende più grandi si attivino per promuovere l’uso del car pooling, affinché il maggior numero di lavoratori che alla stessa ora entrano nella stessa azienda possano utilizzare meno veicoli”.
TIR, NO DRIVE ZONE
Il quarto punto in agenda riguarda il traffico pesante che ogni giorno movimentano materie prime e piastrelle in tutto il distretto ceramico. Per non inchiodare la viabilità nelle ore di punta, la proposta è quella di evitare le fasce orarie critiche del mattino (dalle ore 7:00 alle ore 9:00) e del pomeriggio (dalle ore 17:30 alle ore 19:00).
“Siamo perfettamente consapevoli che questo pacchetto di proposte sia robusto ma sindacati, imprese e istituzioni, hanno l’occasione di dimostrare una unità d’intenti potente. E se queste misure funzioneranno, ribaltando il pronostico, nulla vieta che alcune possano diventare strutturali in seguito”, chiosano Bini e Sadid.