Giovedì 10 luglio a Bologna la prima biciclettata di climattivismo urbano, una risposta al catastrofismo climatico, al negazionismo e soprattutto allo stallo dei movimenti climatici.

“L’Europa sta bollendo e le persone soffocano. Immaginare un’alternativa ed una transizione degli attuali ecosistemi urbani ultra energivori è obbligatorio e possibile. È necessario attivare percorsi di co-costruzione dal basso in cui venga supportata la collaborazione e la progettazione tra società, movimenti, istituzioni ed accademici, utilizzando tutta la tecnologia di cui disponiamo.
Un primo esempio – spiega la nota – è l’evento organizzato dall’officina SCIFT che si terrà a Bologna il 10 luglio alle ore 19.30 a Làbas durante il quale verrà mappata in modo partecipato l’isola di calore urbana, attraverso sensori che raccolgono dati sulla temperatura dell’aria. L’obiettivo è sensibilizzare le persone sull’importanza delle aree verdi per la regolazione del microclima e iniziare a immaginare insieme quelle che Stefano Mancuso definisce Fitopolis: i futuri ecosistemi urbani in cui la natura torni ad avere un ruolo centrale e in cui l’essere umano ristabilisca un rapporto armonico con essa, superando la logica del dominio e della depredazione delle risorse per il mero profitto di pochi. I segnali sono ormai chiari, così come le manifestazioni delle ripercussioni, sempre più evidenti, agire è un obbligo morale per costruire insieme un futuro equo, giusto e pacifico basato sul rispetto dei diritti umani, della natura e sui principi della giustizia climatica”.

SCIFT cos’è?: scienziatə e attivistə che studiano la crisi climatica nelle città.
Da un anno analizziamo i dati satellitari e ambientali per individuare gli hotspot di calore urbano. Lo facciamo con un algoritmo open source, presentato all’ESA a Vienna. Oltre a questo stiamo monitorando i dati sul rumore prodotto dai sorvoli degli aerei diretti a e in partenza dall’Aeroporto Marconi di Bologna. Ci stiamo dotando di sensoristica, avanzata e auto-prodotta, per fare citizen science. Ci stiamo chiedendo da tempo come riprendere in maniera efficace la mobilitazione climatica, a partire dalle città e dai luoghi in cui viviamo. Scienza e tecnologia sono le alleate per puntare al cambiamento oltre il catastrofismo.
Tutto questo è ciò che chiamiamo: CLIMATTIVISMO URBANO.