L’assessora Federica Venturelli, l’oculista Barbara Moretti e il presidente del Lions Club Modena Host Roberto Olivi Mocenigo

Sono stati oltre 400 i bambini e le bambine sottoposti, nell’anno scolastico appena concluso, a screening gratuiti della vista. Gli accertamenti, in particolare, hanno riguardato i frequentanti della sezione cinque anni delle scuole d’infanzia comunali e di quelle gestite da Fondazione Cresciamo, nell’ambito del progetto triennale “Occhio ai bimbi”, promosso da Lions International Distretto 108 Tb.

Gli esiti del primo anno di attività sono stati presentati in conferenza stampa venerdì 18 luglio in Municipio, in presenza di Federica Venturelli, assessora alle Politiche educative del Comune di Modena, le pedagogiste Laura Cuoghi e Claudia Spallacci, rispettivamente del coordinamento pedagogico comunale e di Fondazione Cresciamo, Barbara Moretti oculista e socia del Lions club Modena Romanica e Roberto Olivi Mocenigo presidente del Lions Club Modena Host.

“Questo progetto conferma ulteriormente che per bimbi e famiglie il tempo scolastico è un tempo di educazione trasversale – sottolinea l’assessora Venturelli – che riguarda anche e soprattutto lo sviluppo di corretti e sani stili di vita. Per questo motivo – prosegue Venturelli – questa Amministrazione, da anni, investe su aspetti fondamentali per il benessere psicofisico come alimentazione, sport, salute, considerandoli parte qualificante del percorso sanitario, formativo e sociale dei bambini e delle bambine”.

Frutto di una convenzione triennale sottoscritta nel 2024 dal Settore Istruzione ed Educazione del Comune di Modena, Fondazione Cresciamo e Lions International 108Tb (che ha delegato localmente i club “Modena Estense”, “Modena Host” e “Modena Romanica”), “Occhio ai bimbi” ha l’obiettivo di contribuire alla prevenzione di malattie in bambini e bambine di età compresa dai 3 ai 5 anni, ovvero nel periodo più delicato per lo sviluppo della vista. Sono circa 1.500 i bimbi coinvolti lungo il triennio, previo consenso dei genitori: 620 delle scuole d’infanzia comunali e 820 di Fondazione Cresciamo.

“Il primo anno di progetto si conclude con esiti ampiamente soddisfacenti – prosegue l’assessora – sia perché conferma la collaborazione virtuosa tra Comune e Terzo Settore nell’ideare e fornire servizi utili alla comunità sia perché ha orientato molte famiglie alla coscienza di possibili patologie nei propri piccoli altrimenti nascoste, nonché alla loro eventuale e fondamentale presa in carico in tempo utile per una efficace guarigione”.

Nello specifico, sono state 22 le scuole d’infanzia coinvolte e 434 i bambini e le bambine esaminati. Gli screening, finalizzati soprattutto a scoprire in tempo utile la presenza dell’ambliopia (cosiddetto “occhio pigro”), sono stati effettuati, da febbraio ad aprile, da medici specialisti volontari (Gianluca Scatigna, Giuseppe Cottafavi, Barbara Moretti e Patrizio Bosoni), soci Lions, con tanto di certificazione dell’esito, senza alcun vincolo o obbligo futuro. Dagli esami, presentati in forma ludica e per nulla invasivi, sono emerse 57 situazioni meritevoli di attenzione (equivalenti al 13,13 per cento degli esaminati), per le quali è stata suggerita una visita più approfondita presso specialisti o strutture sanitarie di libera scelta.

Il progetto, che prevede anche la condivisione a famiglie e scuole di materiali e documentazione statistica circa la diffusione e le caratteristiche dell’ambliopia, si propone quale strumento di sensibilizzazione alla prevenzione sanitaria a favore di tutta la popolazione. Lo stesso screening, infatti, non sostituisce comunque una visita oculistica e ortottica che i soggetti promotori del progetto “Occhio ai bimbi” raccomandano a tutti i genitori per un controllo completo del sistema visivo del bambino mentre è ancora in fase evolutiva.

Sono infatti diverse le malattie della vista che possono interessare il bambino in tenera età, individuabili già nel corso di una visita oculistica, necessaria perché difficilmente le famiglie possono rilevare precocemente il problema che i bambini non sono in grado di segnalare, soprattutto quando interessa un occhio solo. È il caso, appunto, dell’ambliopia un serio difetto della vista, che rappresenta la prima causa di disabilità visiva nella popolazione pediatrica e il cui mancato trattamento comporta una compromissione visiva permanente.

Dato che la probabilità di successo del trattamento dell’ambliopia è tanto maggiore quanto più precocemente questo viene avviato, risulta di fondamentale importanza sottoporre i bambini a uno screening volto all’identificazione precoce della patologia e dei suoi principali fattori di rischio. L’obiettivo primario del progetto è quello di intervenire nei primi anni di vita, quando la plasticità del sistema nervoso centrale è al suo apice (la vista si sviluppa nella relazione fra occhio e cervello), al fine di ottenere il miglior recupero possibile. Per questo si è scelto di progettare lo screening presso le scuole dell’infanzia.