ASEOP, l’Associazione per il Sostegno dell’Oncoematologia Pediatrica ancora una volta vicina agli ospedali modenesi. In questo caso, ASEOP ha donato circa 1.500 euro all’AOU di Modena che hanno consentito l’acquisto di 10 cuffie per l’inquinamento acustico (8 per pazienti adulti 2 per pazienti pediatrici) e di 10 occhiali contro inquinamento visivo (sempre 8 per pazienti adulti e 2 per pazienti pediatrici) destinate alla Terapia Intensiva del Policlinico di Modena, diretta dal prof. Massimo Girardis.
Si tratta di device sanificabili di volta in volta. Scopo della donazione, che rientra nei progetti di Umanizzazione delle cure promossi dall’AOU di Modena, è quello creare un ambiente più confortevole per i pazienti vigili ricoverati in Terapia Intensiva. Il progetto realizzato grazie ad ASEOP si chiama Gestione dell’inquinamento acustico e luminoso in Terapia Intensiva per il benessere del paziente.
La donazione è stata consegnata nei giorni scorsi nel corso di una piccola cerimonia alla presenza di Andrea Ziglio, Direttore sanitario AOU di Modena, di Erio Bagni, Presidente di ASEOP, Francesca Rebecchi, Consigliere ASEOP, di Massimo Girardis, Direttore della Terapia Intensiva, di Lucia Serio, Anestesista e rianimatrice del Policlinico, di Daniela Magnani, Coordinatrice infermieristica della TIPO, di Ilenia Doronzo, referente del Coordinamento, Gestione e Sviluppo dei Progetti di Umanizzazione delle Cure.
“A nome di tutta la Direzione desidero ringraziare ASEOP per la generosa donazione di cuffie e occhiali destinati a ridurre l’inquinamento acustico e luminoso nelle terapie intensive – ha dichiarato Andrea Ziglio, Direttore Sanitario dell’AOU di Modena – Si tratta di dispositivi che offrono protezione e comfort, senza però isolare completamente il paziente dall’ambiente circostante, contribuendo a ridurre lo stress e a rendere, per quanto possibile, più serena l’esperienza del ricovero. Questa iniziativa si inserisce pienamente nel percorso di umanizzazione delle cure che l’Azienda sta portando avanti, ponendo sempre al centro la persona ricoverata, con i suoi bisogni non solo clinici, ma anche bio-psicosociali“.
“Quando mi è stato chiesto di poter contribuire alla donazione di queste cuffie e di questi occhiali ho compreso subito l’importanza del progetto – ha confermato Erio Bagni, Presidente di ASEOP – 25 anni fa sono stato ricoverato in terapia intensiva per qualche tempo e ricordo bene il fastidio delle luci e dei rumori quando ci si trova all’interno di un reparto così delicato. Questi due presidi miglioreranno sicuramente la qualità di vita delle persone ricoverate in rianimazione, con l’augurio che possano presto farne a meno e tornare a casa. Per ASEOP è un progetto importante in quanto sappiamo che anche i nostri ragazzi a volte hanno usufruito delle amorevoli cure di questo reparto, che sono state rivolte anche ai loro genitori, aspetto molto importante in situazioni di così grande fragilità”.
“Cuffie e occhiali per ridurre il delirio e il distress, cioè l’ansia, rappresentano uno strumento importante per migliorare il comfort e ridurre il rumore e l’esposizione alla luce – ha spiegato Massimo Girardis, Direttore della Terapia Intensiva e – che ci aiuta a risolvere uno dei problemi più frequenti in Terapia intensiva che è quello del distress dei pazienti e del delirio. Ci sono diverse strategie per ridurre il delirio, ma una tra tutte è quella di diminuire il rumore e l’esposizione alla luce. Ridurre il rumore in terapia intensiva è molto complesso, perché c’è il rumore degli allarmi, dei ventilatori, dei monitor oltre che dall’attività dei sanitari. Queste cuffie poi hanno la possibilità anche di avere di ricevere all’interno delle informazioni, dei messaggi, della musica e questo chiaramente permette al paziente un miglior comfort e soprattutto una riduzione del delirio”.
“Il controllo dell’inquinamento acustico e luminoso in terapia intensiva, che ha animato questo progetto, è pensato per quei pazienti ricoverati che in quanto vigili e collaboranti – aggiunge Lucia Serio, medico di terapia intensiva – possono essere disturbati dall’attività clinica quotidiana tipica di un reparto di terapia intensiva : monitoraggi continui, necessità di luci accese costantemente, diversi operatori al lavoro in spazi ristretti; spesso i livelli di luminosità e di rumore condizionano il comfort dei degenti. Ci tengo a sottolineare che il progetto è rivolto non soltanto agli adulti ricoverati, ma anche a quella quota di bambini che accogliamo nel reparto di terapia intensiva, per cui grazie ad ASEOP abbiamo avuto in dono anche cuffie ed occhiali adatti all’età pediatrica. In passato per cercare di risolvere questo problema abbiamo utilizzato mezzi di utilizzo quotidiano, cioè le mascherine in tessuto e i tappi per orecchie: tuttavia i pazienti non hanno sempre gradito tali presidi in quanto non filtrano luce e suoni positivi e si sentono esclusi dall’attività che li circonda senza riuscire ad interagire né con i sanitari e né con i propri familiari.”
Come dimostrano diversi studi internazionali, il rumore generato da allarmi sonori (spesso continui e irritanti), dall’uso di dispositivi tecnologici, dal telefono, dall’attività clinica e dalla comunicazione fra gli operatori, dall’elevato turnover dei ricoveri espone a rischio di disturbo e/o privazione del sonno, incide sui tempi di guarigione, genera stress ma anche confusione o ansia con conseguente sviluppo di incubi e delirio nei pazienti ricoverati. Per chi lavora in terapia intensiva alcuni di questi rumori sono però anche dei codici: un medico o un infermiere sa riconoscere quando un suono è normale e quando invece diventa un segnale di pericolo; pertanto, si cerca sempre di mantenere un equilibrio tra le esigenze sanitarie e un ambiente il più sereno possibile.
Partendo da queste premesse, presso la Struttura Complessa di Anestesia e Terapia Intensiva dell’AOU di Modena è nata l’idea di un nuovo progetto di umanizzazione delle cure dal titolo “Gestione dell’inquinamento acustico e luminoso in Terapia Intensiva per il benessere del paziente“. Tale progetto si propone, quindi, di dotare i pazienti di presidi quali cuffie insonorizzanti dette “antirumore” che hanno lo scopo di isolare e di proteggere dal rumore, ma anche di offrire possibilità di distrazione al paziente come l’utilizzo della radio o il collegamento a cellulari e tablet. I presidi antirumore possono essere utilizzati anche in età pediatrica, quindi idonei alla popolazione di pazienti pediatrici ricoverati in terapia intensiva (circa il 20% del totale dei ricoverati in un anno).
Allo stesso modo di impatto sul benessere del paziente e con analoghi risvolti clinici è l’inquinamento luminoso ossia la persistenza di illuminazione degli ambienti di degenza per tutto il giorno e molto spesso per tutta la notte a causa della necessità assistenziale. La terapia intensiva del Policlinico è un ambiente open space per cui diventa difficile isolare dall’illuminazione i pazienti. Pertanto, la soluzione individuata prevede di dotare i pazienti di occhiali polarizzati. Le lenti polarizzate funzionano come un filtro che lascia passare le immagini principali, filtrando invece la luce percepita come fastidiosa. Analogamente alle cuffie, anche gli occhiali polarizzanti possono diventare un ausilio al fine di garantire un maggior comfort nel paziente ricoverato in terapia intensiva. Per quanto riguarda i destinatari del progetto, vengono dotati di cuffie e/o occhiali polarizzanti quella fetta di pazienti ricoverati in terapia intensiva che sono vigili, non sedati che necessitano di ottenere il maggior comfort possibile in un contesto rumoroso e luminoso. Vengono inclusi, inoltre, nel progetto anche i pazienti pediatrici per i quali sono disponibili presidi dedicati.
“Per noi – ha concluso Daniela Magnani, Coordinatrice infermieristica della TIPO – è un regalo importante perché ci consente di focalizzare l’attenzione sulla problematica dell’inquinamento acustico e luminoso che caratterizza questi ambienti di cura. L’inquinamento acustico è dovuto alle apparecchiature, alle attività, alla presenza di numerose persone all’interno degli ambienti di cura che possono rappresentare un elemento di stress per il paziente che può avere anche ricadute sulla sua condizione fisica, sui tempi di guarigione, in quanto questo elemento di stress che si aggiunge a tutti gli altri. Abbiamo già provato le cuffie e gli occhiali su alcuni assistiti e li abbiamo visti proprio rinascere, anche perché questa tipologia di cuffie dà la possibilità anche di ascoltare la radio o di collegarla col proprio cellulare, tablet o per vedere film, ascoltare musica anche scelta dall’assistito stesso”.