La Regione si è posta un traguardo ambizioso sul fronte della transizione energetica e sostenibilità ambientale. Per raggiungerlo Confagricoltura Emilia-Romagna chiede modifiche essenziali alla legge regionale sulla “Localizzazione degli impianti alimentati a fonti rinnovabili nel territorio regionale”, ossia meno vincoli e un maggior coinvolgimento dell’imprenditoria agricola nella produzione di energia green.
È quanto annunciato oggi dai vertici regionali dell’organizzazione agricola al vicepresidente della Regione, con deleghe a sviluppo economico e green economy, Vincenzo Colla, in occasione dell’incontro tenutosi a Bologna, nella sede di Confagricoltura Emilia-Romagna.
«Restiamo in attesa della normativa nazionale, per poter approvare la nostra legge regionale in materia – ha dichiarato il vicepresidente Colla. – Come Regione Emilia-Romagna siamo pronti ad aprire una discussione con tutti i soggetti agricoli firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima, a partire da Confagricoltura. Gli obiettivi assegnatici dal burden sharing nazionale sono molto sfidanti ma siamo certi di poterli raggiungere con l’aiuto di tutti, assicurando la compatibilità fra produzione agricola di qualità e produzione energetica».
«Bisogna tutelare sia l’attività agricola che la redditività, è dunque necessario allentare il più possibile le restrizioni all’installazione di impianti fotovoltaici non solo nelle aree idonee, che per definizione dovrebbero essere destinate a questo scopo, ma anche in quelle ordinarie al fine di consentire la realizzazione dell’agrivoltaico avanzato – evidenzia il presidente regionale di Confagricoltura, Marcello Bonvicini – la svolta potrebbe offrire a tutti gli agricoltori l’opportunità di diversificare aumentando la produzione nazionale di energia verde: un obiettivo comune nello scenario globale».
Tra le richieste avanzate da Confagricoltura Emilia-Romagna c’è anche la possibilità, per le aziende agricole, di investire nel fotovoltaico o agrivoltaico avanzato senza il vincolo dell’autoconsumo. Infine, la direzione auspicata dal presidente Bonvicini mira a «favorire il cumulo degli impianti alimentati a fonti rinnovabili (biogas, biometano, fotovoltaico e agrivoltaico avanzato), incentivando la localizzazione di veri e propri distretti agro-energetici».
Tali emendamenti consentirebbero di mettere al centro della transizione energetica il settore agricolo quale attore strategico, con un approccio che combini produttività, riduzione dell’impatto ambientale, innovazione tecnologica e qualità del prodotto, in un contesto di crisi multiple e grandi sfide come i cambiamenti climatici e la sicurezza alimentare.