Reggio Emilia: muore in ospedale dopo essere stato bloccato col taser dalla Polizia
(immagine d’archivio)

Un uomo di 41anni è morto all’ospedale di Reggio Emilia dopo essere stato fermato col taser dalla Polizia. Dalle prime ricostruzioni l’uomo, noto alle forze dell’ordine e pluripregiudicato, questa mattina intorno alle 5:30 avrebbe dato in escandescenze in via Beethoven nella frazione di Massenzatico e gli agenti sarebbero intervenuti usando la pistola elettrica per fermarlo. A nulla sono serviti i tentativi di rianimarlo del 118: l’uomo è morto poco dopo l’arrivo al Santa Maria Nuova. Sono in corso indagini coordinate dalla Procura di Reggio Emilia con accertamenti da parte della Polizia scientifica.

Il SIULP esprimere il proprio sostegno e la propria vicinanza al collega coinvolto 

“Il S.I.U.L.P. (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) di Reggio Emilia desidera esprimere il proprio sostegno e la propria vicinanza al collega che è stato coinvolto nel recente intervento di polizia che ha tragicamente portato alla morte di un giovane. Siamo
fiduciosi che l’azione sia stata condotta in pieno rispetto delle procedure e della formazione ricevuta. Il nostro collega, come tutti gli operatori di polizia, affronta quotidianamente situazioni di alto rischio, dove le decisioni devono essere prese in una frazione di secondo per tutelare la sicurezza pubblica e l’incolumità di tutti i soggetti coinvolti. Sosteniamo con forza il nostro collega, convinti che la sua professionalità e il suo operato siano stati corretti e dettati da una situazione di estrema necessità.
In questo momento di profondo dolore, il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno anche alla famiglia del giovane deceduto. La tragedia ha scosso l’intera comunità e ci uniamo al dolore dei familiari in questo momento difficilissimo.
In questo contesto, il S.I.U.L.P. di Reggio Emilia ribadisce il proprio sostegno all’utilizzo del
Taser come strumento di supporto operativo. Riteniamo che il Taser, se impiegato correttamente, rappresenti un’alternativa valida rispetto all’uso dell’arma da fuoco in determinate circostanze. Fornire agli agenti strumenti adeguati, moderni e non letali è fondamentale per gestire situazioni complesse in modo più sicuro, riducendo i rischi sia per i cittadini che per gli operatori.
Confidiamo nel lavoro della magistratura per fare piena luce sull’accaduto e siamo certi che la verità emergerà. Nel frattempo, continuiamo a sostenere e a difendere i nostri colleghi, che ogni giorno svolgono un lavoro essenziale per la sicurezza di tutti noi”.

SIM Carabinieri in campo a difesa degli operatori

“Ancora una volta le forze dell’Ordine sono sotto attacco di chi, strumentalizzando un episodio avvenuto a Reggio Emilia in cui un giovane fuori controllo e violento, dopo essere stato fermato col taser è deceduto poco dopo in ospedale, vorrebbe ora privare gli operatori di tale importante strumento di difesa.
SIM Carabinieri a nome del suo segretario generale Antonio Serpi, ha il dovere di rammentare l’indispensabile prudenza con cui è necessario valutare tali vicende e stigmatizzando con fermezza quei giudizi sommari che ad esempio furono fatti in analoga vicenda avvenuta ad Olbia nell’agosto scorso ed in cui invece si accerto’ poi che l’uso del teaser nulla aveva a che vedere con l’arresto cardiaco per il quale morì la persona colpita. Il teaser si è rivelato nel corso di questi anni uno strumento di difesa di straordinaria potenzialità che di fatto ha dimostrato di essere uno strumento di vita piuttosto che di morte. È doveroso sottolineare infatti che l’utilizzo del taser ha alla base i medesimi requisiti giuridici connessi all’uso legittimo delle armi e quindi l’immobilizzazione attraverso una scarica elettrica a bassa intensità di fatto evita quotidianamente che in quelle stesse situazioni venga utilizzata l’arma di ordinanza con ben differenti conseguenze. Nell’attesa che la magistratura svolga, in un clima di massima serenità, le dovute indagini sui fatti di Reggio Emilia, SIM Carabinieri intende manifestare la più sincera vicinanza al collega della Polizia di Stato coinvolto nei fatti, in quel clima di solidarietà e comunità di intenti con l’arma dei Carabinieri che da sempre lega insieme tutti gli uomini e le donne in divisa”.