Una prima tranche di opere da 7,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del tratto di pianura del fiume Lamone, già in corso da alcuni giorni. Una seconda tranche, di uguale valore, in arrivo nelle prossime settimane. Condivisione e partecipazione le parole chiave: è terminata, nel frattempo, la fase di valutazione delle oltre 500 osservazioni arrivate dalle comunità coinvolte e dai comitati di cittadini alluvionati nell’ambito del percorso comune voluto dalla Regione sui progetti di messa in sicurezza dei bacini del Lamone e del Marzeno, oltre a quello del Sillaro. Ieri, intanto, è partito il percorso di confronto sul Senio, mentre sono già in programma per ottobre altre due assemblee pubbliche: il 7 a Lugo, nel ravennate (fiumi Senio e Santerno) e il 21 a Imola (Bo), per il Santerno.

In campo una commissione speciale dedicata a Traversara di Bagnacavallo, la frazione del ravennate che ancora oggi mostra visivamente i segni e le ferite della furia dell’acqua e del maltempo del settembre 2024.

A fare il punto in conferenza stampa, a un anno di distanza, il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. Il passaggio in Italia del ciclone Boris colpì con particolare violenza la Romagna e il bolognese; alle intense precipitazioni seguirono massicci fenomeni di piena, i corsi d’acqua più interessati furono i torrenti Idice, Sillaro, Santerno e Senio, affluenti di destra del fiume Reno, e i fiumi romagnoli Lamone e Montone, causando allagamenti e pesanti danni a edifici, attività produttive, viabilità, con oltre 2000 persone evacuate.

“Una premessa: abbiamo detto da subito con chiarezza che non siamo soddisfatti di come gli eventi alluvionali sono stati affrontati- ha esordito de Pascale-. È l’opinione della stragrande maggioranza dei cittadini che attribuiscono, legittimamente, responsabilità ai diversi livelli di governo, da Roma al territorio. Da gennaio abbiamo segnato una fase nuova che sta portando tutte le istituzioni e il commissario a lavorare insieme per cambiare passo. Intanto, come Regione abbiamo raddoppiato le risorse per le manutenzioni, ora dobbiamo aumentare la nostra capacità di farle. Con il commissario lavoriamo per sbloccare i lavori affidati alle agenzie di Stato e proseguiremo gli incontri sui territori: per ogni bacino presentiamo le opere strategiche, in grado di ridurre il rischio. Dal governo- ha proseguito il presidente- abbiamo ottenuto un miliardo per opere di questo tipo, un fatto nuovo e non scontato. I tempi previsti sono lunghi, li vogliamo accelerare: entro dicembre presenteremo il piano di interventi relativo ai primi 500 milioni, le risorse dovrebbero arrivare nel 2027 ma come Regione siamo pronti ad anticiparle dal 2026. Voglio inoltre ricordare- ha concluso de Pascale- che è pronta l’ordinanza sulle delocalizzazioni, attualmente al vaglio della Corte dei Conti: abbiamo lavorato con il commissario per migliorare il più possibile le condizioni di chi deciderà volontariamente di lasciare la propria abitazione”.

“I 2,8 miliardi della contabilità speciale dell’ex commissario Figliuolo hanno oggi tutte destinazioni condivise con i territori- ha aggiunto Rontini-. Restano da assegnare ‘solo’ gli ultimi 75 milioni di quel pacchetto, a cui si aggiungono altri 100 milioni da un altro provvedimento per il 2024. Sono state raddoppiate le risorse per la manutenzione, portandole a 50 milioni l’anno, che daremo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile: abbiamo dunque messo più fondi- ha concluso la sottosegretaria-, stiamo lavorando, in piena sinergia con i territori e la struttura commissariale”.

I percorsi partecipati avviati
Per quanto riguarda i fiumi Lamone e Marzeno, è terminata la fase di elaborazione delle oltre 500 osservazioni arrivate con il percorso partecipato sul progetto relativo agli interventi di mitigazione del rischio idraulico per Faenza. In primo luogo, verranno svolti gli approfondimenti relativi all’areale della confluenza tra Lamone e Marzeno che dovrà essere destinato alla laminazione delle piene.

Ieri, 15 settembre, nel tardo pomeriggio a Castel Bolognese (Ra) si è svolta l’assemblea pubblica per presentare il progetto sul torrente Senio: si prevede di completare la progettazione esecutiva, l’affidamento e l’esecuzione del rimodellamento morfologico della cassa a valle del torrente Sintria (affluente del Senio) entro il 2026, in assenza di fenomeni di piena significativi. Nel 2026 prenderà inoltre avvio la progettazione della cassa di Cotignola, sempre nel ravennate.

È in corso la fase di elaborazione delle osservazioni relative al progetto per il Sillaro, a protezione dei territori del Nuovo Circondario Imolese: la prima ipotesi prevede l’attuazione delle opere strutturali di laminazione e ulteriori risezionamenti e interventi strutturali, come previsto dagli strumenti di pianificazione in vigore, tra Castel San Pietro e la confluenza con il torrente Sellustra.

In corso anche un tavolo tecnico sulla Val di Zena, che fa seguito a un accordo con i Comuni interessati e l’Università di Modena e Reggio Emilia per l’elaborazione di uno studio idraulico di dettaglio: l’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile ha presentato alcune ipotesi di intervento relative ad aree di espansione, da realizzare con i fondi già disponibili, sulle quali c’è un sostanziale accordo da parte di tutti in quanto compatibili con le prime valutazioni dell’Università e con i primi esiti degli studi dell’Autorità di Bacino del Fiume Po.

Dopo settembre 2024: i cantieri in corso e la commissione speciale
Sono appena iniziati i lavori di ripristino e consolidamento dell’argine sinistro del Lamone, all’altezza di Villanova di Bagnacavallo, nel ravennate. Si tratta della prima tranche di opere, da 7,5 milioni di euro, in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, nel tratto di pianura del fiume Lamone, il cui bacino, già colpito nel maggio 2023, è stato pesantemente danneggiato un anno fa, a settembre 2024.

A Traversara di Bagnacavallo, la località nel ravennate più colpita, è stata dedicata una commissione speciale, istituita dal commissario straordinario alla ricostruzione Curcio: dopo una prima riunione nei giorni scorsi, farà seguito un primo sopralluogo nel borgo già domani, 17 settembre. Ne fanno parte i tecnici della struttura commissariale, dell’Agenzia regionale per la Ricostruzione e dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. L’obiettivo è mettere a punto, in poche settimane, un progetto che tenga insieme demolizione e ricostruzione.

Per far fronte ai danni del maltempo, sono stati stanziati oltre 76 milioni di euro, tra risorse statali (primo e secondo stralcio del Piano degli interventi urgenti finanziati a seguito delle ondate di maltempo di settembre e ottobre 2024) e regionali. Risorse che hanno finanziato 293 interventi, molti dei quali già conclusi o in fase di conclusione, tra cui lavori di ripristino della viabilità comunale e provinciale, del reticolo idrografico danneggiato, oltre alla pulizia e alla rimozione di fango e detriti.

Lo scorso 28 agosto, inoltre, il Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza già deliberato in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati, a partire dal giorno 17 settembre 2024, nel territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.

Focus sul bolognese
Oltre alla pulizia dal fango, alla rimozione dei detriti, al rifacimento delle sedi stradali e alla riattivazione della funzionalità idraulica dei corsi d’acqua, tra gli interventi più significativi finanziati e terminati, in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile, ci sono le opere di somma urgenza (6 milioni di euro) per il ripristino dell’integrità degli argini del torrente Idice a valle della località La Motta, in comune di Budrio; i lavori di somma urgenza per il ripristino dei danneggiamenti della Chiavica Accursi, in comune di Medicina (700mila euro); i lavori di somma urgenza nel bacino del Quaderna (ripristino argine destro collassato in prossimità della località Fiorentina), cui sono stati assegnati 1 milione 200mila euro.

Focus sul ravennate
Oltre agli interventi iniziati sul Lamone nel tratto di pianura (all’altezza di Villanova), sono stati finanziati e quasi tutti conclusi, o in via di conclusione, una lunga serie di opere di somma urgenza, tutte in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Tra queste, i lavori (per oltre 5 milioni di euro) per il ripristino degli argini in sinistra e destra idraulica sempre del Lamone nei comuni di Ravenna, Russi e Bagnacavallo (in località Traversara); le opere, in corso (1 milione 700mila euro) sull’argine sinistro del corso d’acqua danneggiato nel tratto da Ponte dell’Albergone fino a valle dell’abitato di Traversara. Oltre 1 milione di euro è stato assegnato all’amministrazione comunale di Faenza, soggetto attuatore dei lavori per la messa in sicurezza e la difesa idraulica del quartiere Borgo. Altre risorse (3 milioni 750mila euro) sono andate per il ripristino degli argini in sinistra idraulica del fiume Senio in comune di Cotignola.

Focus su Forlì-Cesena
Sul fiume Montone l’Agenzia regionale ha attivato con risorse proprie tre interventi di somma urgenza. Il primo, in fase di ultimazione, è un intervento da 600mila euro per il ripristino arginale in seguito alla rotta del fiume in località via Zignola a Forlì. Il secondo, già concluso, per 500mila euro, ha visto il ripristino delle sezioni danneggiate del fiume e della rotta a Forlì, in via Isonzo. Infine il terzo, da 250mila euro, chiuso lo scorso anno, ha visto il ripristino e il rinforzo delle opere arginali del corso d’acqua in corrispondenza del Cavo Fontana 2, sempre a Forlì, dietro il complesso residenziale di via Martiri delle Foibe.