Studierà l’impatto della trasformazione del territorio, dell’antropizzazione, sull’ambiente per anticipare le conseguenze del cambiamento climatico grazie all’intelligenza artificiale, ai big data e al supercalcolo: una sfida complessa, sempre più urgente, che non conosce confini. Unu-AI, la nuova Università dell’Onu su “Big data e Intelligenza artificiale per la gestione del cambiamento dell’habitat umano” si insedierà entro la fine dell’anno al DAMA Tecnopolo di Bologna.

Lo ha annunciato oggi il presidente della Regione, Michele de Pascale, nel corso dell’evento “United Nations University on AI and the impact of AI on the future of our societies” a Expo Osaka 2025, negli spazi dell’Emilia-Romagna al Padiglione Italia.

Insieme a de Pascale, sono intervenuti la prorettrice vicaria dell’Università di Bologna, Simona Tondelli, e il capo di Gabinetto dell’United Nations University, Michael Baldok, che ha illustrato nel dettaglio il progetto Onu per l’Intelligenza Artificiale.

A seguire i contributi di Tshilidzi Marwala (rettore della United Nations University), Antonio Zoccoli (presidente INFN e ICSC) e Sanzio Bassini (direttore SCAI, SuperComputing Applications and Innovation Department, CINECA), con le conclusioni affidate a Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione con delega allo Sviluppo economico.

“Siamo orgogliosi dell’insediamento di Unu-Ai al Tecnopolo Dama di Bologna che consolida la vocazione e il posizionamento della nostra regione come punto di riferimento mondiale per ricerca, scienza, intelligenza artificiale e big data- ha affermato de Pascale-. L’annuncio fatto qui a Osaka, una vetrina internazionale prestigiosa, è anche una straordinaria opportunità per ribadire con forza che il contrasto al cambiamento climatico, su cui l’innovazione tecnologica deve essere indirizzata, deve stare in cima all’agenda delle priorità internazionali. La scienza, le nuove frontiere della tecnologia, devono essere messe al servizio di questo obiettivo. Ringrazio il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il ministero dell’Università e della Ricerca per l’accordo che ha reso possibile portare in Italia, in Emilia-Romagna, la nuova Università dell’Onu. Non abbiamo più tempo, se vogliamo lasciare alle giovani generazioni un mondo in cui vivere, dobbiamo agire subito, concentrando le energie e portando i migliori talenti a lavorare insieme. L’Emilia-Romagna ha ora l’infrastruttura giusta per affrontare questa grande sfida”.

“L’arrivo dell’Università dell’Onu nella nostra regione rafforza ulteriormente il Dama di Bologna come centro strategico per l’innovazione tecnologica a livello locale, europeo e internazionale- ha aggiunto Colla-. Con il centro di supercalcolo, la Fondazione Chips-It per la progettazione dei microchip e Unu-Ai la nostra regione si candida a diventare un punto di riferimento per l’intero Paese e crocevia di relazioni con le nostre università a partire da UniBo, che ha firmato per il progetto, fondamentali per aumentare la competitività e attrarre talenti e cervelli sull’intero territorio. Sarà una grande opportunità per tutto l’ecosistema della rete alta tecnologia e ricerca e alta formazione per progettare con Unu-Ai nuove alleanze internazionali europee. Questo sistema ci permetterà anche come Paese, Regione e Città di candidarci alle linee di finanziamento europee e nazionali”.

 

Unu-Ai

La procedura per l’istituzione del nuovo istituto dell’Università dell’Onu Unu-Ai – la prima in assoluto in Italia – è ormai in dirittura d’arrivo, un traguardo che sposta ulteriormente in avanti il potenziale del Dama, la cittadella dell’innovazione di via Stalingrado a Bologna. Assieme al Centro delle Nazioni Unite per la resilienza delle coste ai cambiamenti climatici, l’infrastruttura bolognese si candida infatti a diventare motore di studio e di ricerca mondiale sul climate change, in perfetta sintonia con quanto previsto dal Patto per il lavoro e per il clima.

Più nel dettaglio, l’Università dell’Onu concentrerà la propria attenzione ai problemi del “Global South” e alle trasformazioni sociali, economiche e culturali che si stanno verificando come conseguenza di una serie di fattori quali l’urbanizzazione, le migrazioni internazionali e interne, le sfide e le opportunità sociali ed economiche generate dall’innovazione tecnologica. Dinamiche complesse, che corrispondono a molti degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e che assumono un interesse particolare se riferite all’area del Mediterraneo, un sistema ambientale unico a livello globale per le sue caratteristiche geografiche, il suo ambiente naturale, le sue società e le sue culture.

Centrale per il nuovo Istituto Unu-Ai sarà lo sviluppo di attività innovative, intersettoriali e transdisciplinari di ricerca e istruzione superiore in una duplice prospettiva.

La prima riguarda la necessità di anticipare le conseguenze del cambiamento climatico sulle società e sulle comunità umane in tutti i suoi aspetti fisici, socioeconomici, culturali e sanitari. La seconda chiama in causa il ruolo che le nuove tecnologie, in particolare l’elaborazione ad alte prestazioni (HPC) possono giocare nella comprensione e nella valutazione di complessi problemi globali, grazie a potenti simulazioni e analisi di grandi quantità di dati.

La combinazione delle due prospettive consentirà agli scienziati di svolgere attività di ricerca e istruzione di alta qualità basata sui dati, nel campo della sostenibilità e dei cambiamenti climatici, per fornire consulenza scientifica indipendente e sostegno alle politiche per lo sviluppo sostenibile globale e affrontare le sfide delle transizioni verdi e digitali.