Trascorsi i trenta giorni previsti per legge per eventuali controdeduzioni, la Regione Emilia-Romagna ha confermato la decisione di annullare d’ufficio la Delibere della Giunta numero 2133 dell’11/11/2024 ‘Presa d’atto della condivisione con Aiop Emilia-Romagna delle procedure applicative della Dgr 344/2020 e della Dd 9898/2020’.

Contestualmente, nella delibera si dà mandato alla Direzione Generale Cura della Persona Salute e Welfare di “predisporre in modo omogeneo le ipotesi dei conteggi relativi ai possibili riconoscimenti agli erogatori privati accreditati destinatari di apposito budget per l’anno 2020, rispetto ai criteri di ristoro consentiti per legge fino al raggiungimento della concorrenza massima del 90% del budget assegnato nell’ambito degli accordi stipulati per l’anno 2020, con riferimento all’attività erogata dalle strutture private accreditate nei confronti dei residenti della Regione Emilia-Romagna, ai fini, ove spettante, della liquidazione da parte delle Aziende sanitarie secondo modalità comunicate dalla Direzione”.

L’avvio del procedimento di autotutela, approvato lo scorso 5 agosto, rimarcava che l’atto del 2024 presentava profili risultati inapplicabili, che sono stati evidenziati dopo gli ulteriori e necessari approfondimenti di legittimità delle strutture regionali e delle Ausl visti i nuovi contenuti della “Condivisione”, non previsti dagli accordi precedenti.

In particolare, la Giunta non aveva intrapreso alcun stanziamento aggiuntivo, per le spese ulteriori che l’applicazione della ‘Condivisione’ avrebbe comportato. Dunque, risulta palese la mancanza nella delibera dell’elemento essenziale della copertura di spesa, e infatti a essa le aziende sanitarie locali della Regione, vincolate ai limiti di spesa posti anche per l’anno 2020 a quanto riconoscibile alle istituzioni sanitarie private contrattualizzate con le deliberazioni regionali soprarichiamate, non hanno mai dato alla delibera n. 2133/2020 alcun inizio di esecuzione, né riconoscimento contrattuale alcuno.