Sono state un migliaio le persone che hanno partecipato al primo Festival della Longevità di Formigine, tra i cittadini coinvolti nelle attività sportive diffuse sul territorio e il pubblico che ha affollato il Castello per il convegno conclusivo.
L’iniziativa si inserisce nel percorso avviato lo scorso anno con il progetto “Formigine città della longevità”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e nato per affrontare le sfide poste dall’invecchiamento della popolazione e dal calo delle nascite. L’obiettivo è costruire sistemi di welfare capaci di valorizzare l’invecchiamento attivo, con alla base la convinzione che la città debba essere un luogo in cui connessioni intergenerazionali e l’apprendimento continuo possano generare nuove opportunità.
“Il grande successo – sottolineano la Sindaca Elisa Parenti e l’Assessore alla Longevità Corrado Bizzini – è stato l’aver saputo coinvolgere tante realtà: oltre 20 associazioni, insieme a professionisti e relatori del convegno. È la dimostrazione di quanto la sinergia tra pubblico e privato possa essere preziosa per creare iniziative di qualità e di interesse. Il nostro obiettivo a lungo termine è quello di inserire Formigine nel network internazionale delle Città della Longevità e dar vita a un hub capace di offrire informazioni, consulenze e attività culturali, oltre a favorire scambi intergenerazionali di competenze. Per questo siamo già al lavoro per proseguire il percorso, sempre in sinergia con gli enti competenti; anche con la creazione di un tavolo di lavoro con i professionisti”.
Il Festival è culminato in un convegno moderato da Eddy Lovaglio, che ha visto la partecipazione di esperti di alimentazione, salute e sport: la ginecologa Hilda Mehmeti, Silvia Boni sul riequilibrio dello spazio fisico, Giuseppe Corbelli sulla mindfulness, Andrea Giusti sull’attività fisica, la ricercatrice Giulia Santunione e Joseph Curiale sul tema dell’alimentazione, insieme al biologo nutrizionista Alessandro Mancuso. Molto importante anche la presenza di Massimo Spattini, medico chirurgo specializzato in Scienza dell’Alimentazione e Medicina dello Sport che ha presentato il suo libro “Le tre chiavi della longevità”. Un’opera che ruota attorno a tre pilastri fondamentali per vivere a lungo e in salute, ovvero corretta alimentazione, attività fisica costante e felicità, intesa come qualità delle relazioni e della vita sociale: “L’importante non è vivere molti anni in condizioni psicofisiche precarie, ma vivere a lungo in ottima salute. Le cosiddette blue zone, dove si registra la più alta concentrazione di centenari, insegnano che i fattori determinanti sono un’alimentazione genuina e locale, l’attività fisica quotidiana sia aerobica sia di rafforzamento muscolare e il benessere derivante dalle reti sociali, perché la solitudine può anticipare la mortalità anche di 15 anni”.