Copyright e autore immagine: Roberto Brancolini

La certificazione della parità di genere per le imprese come strumento concreto verso l’equità e la valorizzazione delle persone. La Regione Emilia-Romagna investe ulteriori 200mila euro, per un investimento complessivo che sale a 1 milione di euro, sul bando gestito da Unioncamere Emilia-Romagna che sostiene le spese per servizi di consulenza e strategie messi in cantiere da imprese e liberi professionisti con l’obiettivo di migliorare le opportunità di crescita professionale e la parità retributiva per uomini e donne.

“Un investimento ulteriore per sostenere le aziende in un percorso di sensibilità sociale- spiegano il vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla, e l’assessora a Cultura e Pari opportunità, Gessica Allegni, che hanno promosso il bando -. Così come si deve intervenire su altri aspetti: dall’importanza del linguaggio per evitare stereotipi e pregiudizi, alla lotta agli abusi sui luoghi di lavoro. La qualità e la stabilità del lavoro femminile, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, le politiche di gestione delle differenze e la tutela della maternità sono tra i punti qualificanti del Patto per il lavoro e per il Clima sottoscritto dalla Regione con tutti i rappresentanti istituzionali e del mondo economico e sociale dell’Emilia-Romagna. Per questo motivo puntiamo al sostegno, in particolare per le piccole e medie imprese, di percorsi che non solo favoriscono percorsi di carriera equi tra uomini e donne, ma anche la diffusione di comportamenti socialmente responsabili nelle imprese”.

Partito nel mese di luglio 2025 con una dotazione finanziaria di 800mila euro, il bando, che chiuderà il 31 ottobre, ha già raccolto 162 domande. Per poter far fronte a tutte domande arrivate, la Giunta regionale ha approvato nella seduta di oggi un’integrazione di ulteriori 200mila euro.
Si raggiunge così una dotazione complessiva di un milione di euro per contribuire alla diffusione dei principi di pari opportunità di genere nell’ambito del sistema produttivo regionale.

Nel dettaglio, sono 114 le imprese a cui sono state concesse le risorse per la certificazione di parità di genere. Ulteriori 36 imprese ne hanno fatto richiesta e attendono di essere valutate e 12 sono sospese per verifiche.
L’attestato è rilasciato dall’ente italiano di normazione (Uni), che fornisce le linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere nelle organizzazioni. Il contributo regionale copre l’80% della spesa ammessa, con un limite massimo di 12mila euro.

A un primo monitoraggio delle candidature sul bando, le richieste sono ben distribuite sul territorio regionale anche se in buona parte provengono dalle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena e Forlì. Una prima analisi vede un’ampia partecipazione del settore terziario e dei servizi con prevalenza di attività di assistenza sociale non residenziale e di servizi di supporto alle imprese: commercio, trasporti, alberghi e ristorazione (17,5%), software, tecnologie dell’informazione e comunicazione, attività professionali (17,5%), istruzione e assistenza 11,4%.
Altri settori ben rappresentati sono l’industria e la logistica 34%, l’edilizia 8,8%.
La maggioranza delle aziende, il 71%, sono piccole e medie, molte con meno di 50 dipendenti, mentre alcune superano i 250 addetti.