Le novità di queste settimane, riguardanti la Bretella, sono due. La prima: la Commissione Ue boccia senza appello il bando di gara europea elaborato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti riguardante il rinnovo della concessione dell’A22, scaduta da oltre 10 anni. Sono stati dichiarati incompatibili coi principi della concorrenza, sia il diritto di prelazione (ad Autobrennero Spa) sia la finanza di progetto come modalità di effettuazione della gara per l’affidamento delle nuove concessioni autostradali. Si noti bene che anche la Legge italiana 193/2024 obbliga a non affidare le concessioni scadute o in scadenza facendo ricorso alla finanza di progetto. Perciò la domanda al ministro Salvini e ad Autobrennero Spa è la seguente: perché hanno costruito un bando di gara che già in partenza si sapeva illegittimo?
Le conseguenze della bocciatura sono evidenti: il bando di gara dovrà essere stracciato e alla gara futura potranno partecipare tutti gli interessati su un piano di assoluta parità. Autobrennero Spa (società che esiste solo se le viene affidata la gestione dell’A22) non ha più alcuna certezza di vincere e quindi, nemmeno vi è più alcuna certezza che la Bretella possa essere costruita. Insomma, è notte fonda!
La seconda novità: AutoCS Spa, società concessionaria della costruzione della Bretella, partecipata al 51% da Autobrennero, procede in queste settimane agli espropri di terreni e immobili interessati dal tracciato della Bretella e comunica – tramite la Pizzarotti & C.(socia di AutoCS) che dal 1 novembre prossimo inizierà i lavori per sfalci e deforestazioni sul medesimo tracciato. La comunicazione ha dell’incredibile, perché per quanto se ne sa non esiste un valido PEF (Piano economico finanziario) concordato col Ministero. Infatti, AutoCS Spa non ha mai comunicato pubblicamente di aver raggiunto a tale scopo un accordo col Ministero Infrastrutture dopo aver richiesto di rinegoziare il vecchio PEF ritenuto insostenibile. Senza la revisione del PEF, che prevede 200 milioni di costi aggiuntivi, AutoCS Spa non può garantire il completamento e la gestione della Bretella e probabilmente agirebbe in modo illegittimo se avviasse opere di qualunque natura, anche sfalci e deforestazione, e potrebbero esserci gli estremi per denunce relative al reato di danneggiamento/alterazione ambientale realizzata senza valido titolo, essendo venuto meno (per quanto è dato conoscere) uno dei presupposti essenziali di legittimazione (il PEF) dell’agire del concessionario
In una simile situazione, come si può permettere la Pizzarotti Spa di avviare lavori di sfalcio e deforestazione, con gravi e irreversibili danni all’ambiente, ai terreni agricoli e alle proprietà private per un’opera che nessuno sa se verrà mai costruita?
Invitiamo i Sindaci dei Comuni interessati, il Presidente della Provincia (indirettamente socio di AutoCS tramite Autobrennero) e la Regione Emilia-Romagna, ad attivarsi per fermare i lavori di sfalcio e deforestazione, tutelando i territori e i cittadini impattati.
Ribadiamo inoltre la richiesta di un cambio di progetto e di una visione diversa per migliorare la logistica delle province di Modena e Reggio Emilia: 1. avviando i lavori per i collegamenti ferroviari tra gli scali merci di Dinazzano e di Cittanova, tra quest’ultimo e il polo logistico di Campogalliano; 2. Il completamento dello scalo intermodale di Cittanova-Marzaglia secondo il progetto originario; 3. la costruzione di un nuovo casello all’intersezione tra l’A1, la Modena Fiorano e la complanare di Modena; 4. per le due corsie per senso di marcia sulla Pedemontana 467 nel tratto tra il ponte sul Secchia e la via Radici in Piano.
Per il Comitato No Bretella Si Mobilità Sostenibile Eriuccio Nora, Mauro Sentimenti e Mauro Solmi)




