I Carabinieri del Comando Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia, unitamente ai militari del Comando Compagnia di Guastalla, Nucleo Radiomobile, il 5 novembre scorso hanno eseguito un servizio congiunto localizzato in un comune della bassa reggiana. L’attività ispettiva è stata finalizzata a prevenire e reprimere fenomeni di lavoro sommerso e sfruttamento lavorativo, nonché attività volta alla verifica del rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro.
L’attività in materia di lavoro ha riguardato un’impresa nel settore della metalmeccanica, durante la quale sono state individuate inadempienze in materia di salute e sicurezza per gravi e/o precarie condizioni di tutela dei lavoratori.
Nel corso dell’ispezione è stata sottoposte a controllo un’azienda, la stessa risultata poi irregolare e per la quale è stato necessario adottare il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per le violazioni che hanno riguardato la sfera penale in quanto non era stato costituito, dal titolare d’impresa, il “Servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile”. La ditta ispezionata risultava recidiva in relazione al provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto, nel corso dell’ultimo quinquennio, era già stata destinataria del medesimo provvedimento, raddoppiando così gli importi della sanzione amministrativa.
Verificate le posizioni di 2 lavoratori dei quali 2 extra comunitari. In particolare sono state elevate sanzioni complessivamente per 11mila euro ed il deferimento in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria del titolare dell’impresa per non aver fatto sostenere ai due lavoratori le visite mediche né i corsi formativi sulla sicurezza, per non aver nominato il responsabile del Servizio di prevenzione e protezione ed anche perché all’interno del capannone, all’interno dei locali spogliatoi e dei servizi igienici non vigevano le previste condizioni igienico sanitarie e non erano stati attivati i sistemi di areazione dei fumi.
Inoltre, durante l’attività di ispezione all’interno del capannone veniva rinvenuto un ciclomotore che poi, da accertamenti eseguiti, risultava provento di furto, denunciato in provincia di Parma. Tale ciclomotore, non riconducibile al titolare della ditta ispezionata, veniva restituito all’avente diritto ed il soggetto che l’aveva condotto all’interno del capannone veniva deferito all’Autorità per il reato di ricettazione.



