Dopo la crescente affermazione della carriera alias per studentesse e studenti dell’Università di Bologna (estesa anche al personale dell’Ateneo), dopo l’attivazione della stessa opportunità per i dipendenti del Comune di Bologna e il riconoscimento dell’identità alias per gli abbonamenti Tper, da oggi è possibile ricorrervi anche per la fruizione dei servizi delle biblioteche del Polo Bibliotecario Bolognese.

Prosegue così il percorso verso una sempre maggiore inclusività nell’accesso ai servizi pubblici per utenti dell’area metropolitana bolognese, senza alcuna discriminazione determinata dall’identità di genere, come previsto dalla Legge numero 15/2019 della Regione Emilia-Romagna.

In base al principio di autodeterminazione, per le persone in transizione di genere o che non si riconoscono nel genere attribuito alla nascita, è oggi possibile chiedere di essere associate a un’identità elettiva di propria scelta per usufruire dei servizi con tessera delle biblioteche cittadine e del territorio della Città metropolitana: biblioteche di pubblica lettura, di ricerca e conservazione, specializzate e di Ateneo.

Il gruppo di lavoro composto dal Comune di Bologna (Settore Biblioteche e Welfare culturale) dall’Università di Bologna (ASES – Area Servizi Studenti e ARPAC – Area Patrimonio Culturale) e dalla Regione Emilia-Romagna (Settore Patrimonio culturale), ha infatti individuato e completato tutti i passaggi necessari per rendere operativa l’attivazione dell’identità alias, predisponendo le relative procedure e istruzioni operative. Un lavoro svolto in costante dialogo con l’ufficio Pari opportunità e differenze di genere, diritti LGBT, contrasto alle discriminazioni, lotta alla violenza e alla tratta sulle donne e sui minori del Comune di Bologna e con le associazioni LGBTQIA+ del territorio.

Il percorso ha previsto, durante il mese di ottobre 2025, momenti di formazione in presenza e a distanza per il personale di tutte le biblioteche del Polo Bibliotecario Bolognese, per offrire alle dipendenti e ai dipendenti adeguate conoscenze e competenze sulle nuove procedure e funzionalità di identificazione, registrazione e gestione delle identità alias, così come sulle corrette modalità di relazione con l’utente richiedente.

“Un altro passo avanti di cui siamo fieri, anche perché frutto di un dialogo molto fruttuoso fra istituzioni unanimi nei fini: grazie al Comune di Bologna e alla Regione Emilia-Romagna per aver condiviso questo importante percorso – dichiara Federico Condello, delegato per le studentesse e gli studenti dell’Università di Bologna -. L’Università di Bologna ha ormai una tradizione pluriennale sul tema delle carriere alias ed è fra i primi Atenei italiani per numeri di carriere attivate. In assenza di normative nazionali, l’Università esercita la sua autonomia per garantire il benessere di chi è in transizione di genere o non si riconosce nel genere attribuito alla nascita. Lo fa in maniera sistematica dentro i propri spazi e nell’ambito delle proprie procedure. Ma sempre più spesso, grazie al dialogo con istituzioni e soggetti esterni attenti e sensibili, riusciamo a estendere la giurisdizione della carriera alias oltre i confini dell’Ateneo. Ne siamo particolarmente felici, perché questo significa guadagnare, un passo alla volta, nuovi spazi di equità. È il cammino dei diritti: è lento ma fa il suo corso. Anche in barba a certi discorsi intolleranti e intollerabili che, anziché frenarci, ci rendono sempre più decisi nel proseguire su questa strada”.

“Come Comune di Bologna abbiamo promosso un percorso di promozione delle carriere alias per le dipendenti e i dipendenti e dell’uso del nome di elezione nell’accesso ai servizi pubblici che oggi trova il suo compimento con questo progetto che riguarda le Biblioteche comunali in rete con quelle dell’Università di Bologna – ricorda la vicesindaca Emily Clancy -. Un altro passo per superare, insieme, ogni forma di esclusione, marginalizzazione, discriminazione perché Bologna, i suoi spazi e i suoi servizi, siano spazi e servizi dove tutte e tutti possano sentirsi pienamente parte di una comunità che accoglie e non esclude”.

“La città amica, accogliente, pacifica è quella che mette a proprio agio tutte e tutti. La città dei diritti e delle accessibilità si costruisce un pezzo alla volta e a essa va data solidità interna altrimenti crolla al primo soffio di vento contrario. (Spesso quanto si costruisce all’interno non viene visto da fuori ma nel tempo si disvela). A Bologna, mai nessuna persona trans è stata abbandonata a se stessa e questo è un segno tangibile della città a noi  somigliante”, dichiara Porpora Marcasciano, presidente della commissione Pari opportunità.

 

Come ottenere e come funziona l’identità alias nelle biblioteche

L’attivazione dell’identità alias per le biblioteche del Polo può essere richiesta in qualsiasi momento.

Se la persona interessata frequenta l’Università di Bologna e ha già ottenuto la carriera alias, sarà l’Ateneo a portare a termine le pratiche di iscrizione ai servizi bibliotecari.

Se invece una persona desidera accedere ai servizi bibliotecari con un’identità alias senza essere iscritta all’università, può rivolgersi all’Ufficio identità alias biblioteche (presso il Settore Biblioteche e Welfare culturale del Comune di Bologna) scrivendo una mail a identitaaliasbiblioteche@comune.bologna.it e riceverà risposta entro 30 giorni per lo svolgimento delle pratiche. Non è richiesto né necessario presentare alcuna documentazione medica a supporto (ad esempio diagnosi mediche o perizie psichiatriche).

Dopo l’abilitazione, l’accesso ai servizi bibliotecari di tutte le biblioteche del Polo Bibliotecario Bolognese avverrà identificandosi con l’identità alias per i successivi 12 mesi. Quando la persona si recherà in biblioteca mostrerà la propria tessera dell’App SBN UBO dotata di foto, contenente l’identità alias, senza che venga richiesto il  documento d’identità. All’approssimarsi di ogni data di scadenza, l’Ufficio identità alias biblioteche invierà all’utente una segnalazione per la conferma o l’aggiornamento dei dati anagrafici, per il rinnovo di ulteriori 12 mesi. I dati anagrafici sono trattati esclusivamente da personale autorizzato e non sono accessibili al personale a banco.