Praticare trattamenti radioterapici in maniera precisa, limitando lo stress per il paziente che si deve sottoporre a più sedute di trattamento. È questo l’obiettivo che la Radioterapia del Policlinico di Modena, diretta dal Professor Alessio Bruni, si è prefissato riuscendo a raggiungerlo grazie al prezioso supporto economico del Panathlon Club International sezione di Modena, presieduto da Maria Carafoli, il quale è riuscito a mettere insieme la somma necessaria per l’acquisto di un strumento per tatuaggi (tatuatore) a servizio del reparto.
La presentazione del nuovo apparato tecnologico è avvenuta oggi, giovedì 4 dicembre, in una conferenza stampa a cui erano presenti anche il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, Ingegner Luca Baldino, e in rappresentanza dell’amministrazione comunale l’assessore con delega ai Lavori Pubblici, Giulio Guerzoni.
Il Professor Alessio Bruni, direttore della Radioterapia del Policlinico, ha espresso profonda gratitudine nei confronti del Panathlon Club Modena e della presidente Maria Carafoli, che hanno sostenuto e creduto fin dall’inizio in questo progetto, avviato circa un anno fa e oggi finalmente concretizzato. L’acquisto del nuovo tatuatore rappresenta un passo importante per migliorare il percorso terapeutico dei pazienti sottoposti a radioterapia, permettendo l’esecuzione di tatuaggi temporanei necessari per mantenere la precisione del trattamento nelle diverse sedute.
Il trattamento radioterapico prevede infatti segni cutanei per guidare l’allineamento del paziente nel corso di più accessi. Fino ad oggi la procedura prevedeva l’utilizzo di marcature permanenti, che talvolta potevano essere vissute come un segno indelebile e fonte di disagio psicologico, in particolare per le donne trattate per tumore della mammella o per i pazienti più piccoli. Il dispositivo introdotto consente invece la realizzazione di tatuaggi riassorbibili attraverso anche una metodica molto meno invasiva, con una durata massima di circa due anni, dopo i quali la cute torna allo stato naturale senza necessità di ulteriori interventi.
Il nuovo tatuatore porta benefici anche per gli operatori sanitari: il sistema prevede l’utilizzo di kit monouso dotati di meccanismi di sicurezza avanzati, riducendo in maniera significativa il rischio di autopuntura e migliorando le condizioni di lavoro del personale.
Un’attenzione particolare è rivolta inoltre alla popolazione pediatrica, per la quale anche una semplice puntura può rappresentare un momento emotivamente difficile. Il macchinario consente di eseguire tatuaggi molto superficiali e quasi indolori, rendendo l’esperienza più tollerabile e facilitando l’adesione al percorso di pianificazione e terapia.
«Il sostegno del Panathlon Club Modena – commenta il Direttore Generale dell’AOU, Ingegner Luca Baldino – non rappresenta un episodio isolato, ma la conferma di un rapporto solido e continuativo con la nostra azienda ospedaliera. Negli anni abbiamo potuto contare sulla loro sensibilità e sulla capacità di tradurre impegno e visione in progetti concreti: dal supporto alla Neonatologia e alle iniziative che sono in corso proprio in queste settimane, fino al contributo alla Radioterapia nel 2023 con il progetto Tommy, senza dimenticare le molte iniziative portate avanti nel tempo. Anche oggi, con questo nuovo macchinario, Panathlon si dimostra vicino ai nostri pazienti e alle nostre équipe. A loro va il nostro più sincero ringraziamento per aver trasformato un bisogno clinico in una risposta reale, utile e tangibile per la comunità, con un’ ottica verso un futuro fatto di innovazione e tecnologie».
«Grazie al contributo del Panathlon – ha commentato il Professor Alessio Bruni – possiamo compiere un passo in più verso una radioterapia più moderna, accurata e rispettosa della sensibilità dei nostri pazienti, siano essi adulti che pediatrici. L’utilizzo di questo macchinario infatti, grazie alla possibilità di eseguire tatuaggi riassorbibili, permette anche un ulteriore progresso verso una radioterapia non solo dedicata alla cura della patologia tumorale, ma sempre più attenta alla sensibilità dei nostri pazienti all’interno di un percorso terapeutico talvolta lungo che necessita di una stretta collaborazione e “comprensione umana” tra personale sanitario e malati».
«Ringrazio il Professor Bruni e tutto il personale della Radioterapia, per il lavoro che svolgono quotidianamente – sono le parole di Maria Carafoli, presidente Panathlon Club Modena – e per come lo svolgono, con passione autentica e attenzione massima verso i pazienti e le loro esigenze. Questo progetto è frutto di un incontro richiesto dal professor Bruni il 13 aprile e che noi abbiamo presentato a soci ed amici il 13 giugno, completandolo il 27 novembre. Ringrazio di cuore tutto coloro che hanno reso possibile questo risultato straordinario. Come in questo caso, sostenere realtà del territorio ci consente di stringere e consolidare nel tempo collaborazioni che vogliono portare beneficio al maggior numero di persone, rendendo concreti i valori che promuoviamo come club, primo tra tutti quelli della solidarietà».
«Come Amministrazione comunale – afferma l’Assessore Giulio Guerzoni – ci teniamo a ringraziare il Panathlon Club Modena e la sua presidente Maria Carafoli per l’impegno, la determinazione e la sensibilità dimostrati nel portare a compimento questo progetto. Il loro contributo arricchisce l’intera città, rafforzando un modello di collaborazione virtuosa tra associazionismo, istituzioni e sistema sanitario, che rappresenta una delle più grandi ricchezze del nostro territorio. Ancora una volta Modena dimostra la sua straordinaria capacità di fare rete attorno ai bisogni più concreti delle persone».




