Sono quasi 9 mila gli anziani che a Modena ricevono, in varie forme, cura e assistenza. Le donne sono di gran lunga più numerose degli uomini (68% contro 32%) e la maggioranza viene seguita dai famigliari o dai servizi sociali mentre circa il 30% delle famiglie utilizza i servizi di badanti a pagamento, in gran parte donne.

Sono, in particolare, gli anziani più gravemente debilitati ma ancora con un certo grado di autonomia quelli che più frequentemente fanno ricorso ad assistenti famigliari private. Chi, al contrario, si trova in condizioni di totale non autosufficienza tende maggiormente ad utilizzare infermiere private o servizi pubblici socio-sanitari.

Il costo di un’ora di assistenza domiciliare pubblica – al 90% a carico del Comune – è di 19,8 euro l’ora, mentre il costo di una badante privata è, da contratto, meno di 6 euro l’ora. E’ ciò che emerge dai primi risultati di una ricerca del progetto Galca (Gender Analysis and Long Term Care Assistance), finanziato dalla Commissione europea, promosso e coordinato dalla Fondazione Giacomo Brodolini e condotto da Giovanni Solinas, docente di Economia applicata all’Università di Modena e Reggio Emilia.

La ‘fotografia’, che ha coinvolto 275 famiglie modenesi e utilizzato dati dei servizi pubblici, sarà presentata giovedì 8 aprile alle 15 nell’Aula magna ovest della Facoltà di Economia Marco Biagi dell’Università, in viale Berengario 51, nel corso del seminario “I costi e la domanda di cura per gli anziani”, organizzato dalla Commissione europea, dalla Fondazione Brodolini, dall’Ateneo e dal Comune.

Per far fronte ai bisogni degli anziani non autosufficienti il Comune e le altre amministrazioni locali rendono disponibile un’ampia gamma di strumenti, sia in termini di servizi che di trasferimenti. I criteri di accesso sono, in generale, molto selettivi al punto da indurre alcuni commentatori e studiosi delle politiche sociali a giudicare il modello modenese come “un welfare ricco per i poveri”. Si avvalgono di servizi domiciliari circa 3 mila 300 utenti, pari al 9% della popolazione con 65 anni o più. I servizi semiresidenziali – escluse le dimissioni protette sono meno di 600 (1,5% della popolazione di riferimento). I servizi residenziali, infine, hanno un’utenza inferiore ai 900 individui (2,3% della popolazione anziana). L’insieme dei servizi di cura a lungo termine – domiciliari e residenziali raggiunge una quota relativamente alta degli anziani con grado elevato di disabilità e non autosufficienza.

Viceversa, gli anziani con minor grado di disabilità usufruiscono in modo molto contenuto dell’insieme dei servizi per la non autosufficienza erogati dalla pubblica amministrazione. La rete dei servizi socio-sanitari della città prevede inoltre una gamma di servizi connessi al mantenimento delle abilità residue e al contenimento delle situazioni a rischio psicosociale di perdita di autonomia. Si tratta di attività motorie (1250 partecipanti), soggiorni estivi nella casa per ferie di Pinarella di Cervia (900 partecipanti), orti per anziani (125 appezzamenti assegnati) e Servizio sociale di base (1880 famiglie con anziani in carico).