Si è concluso ieri a Modena 7-8 NOVECENTO Gran Mercato dell’Antico. La manifestazione, che ha coinvolto più di 500 espositori, ha confermato il successo delle passate edizioni registrando una notevole affluenza di pubblico.

La fiera si è proposta al pubblico di intenditori e di appassionati con un’offerta vasta e variegata, ma si è rivelata di notevole interesse anche per il neofita che, come me, ha scelto semplicemente di trascorrere il pomeriggio domenicale alla ricerca di curiosità.


La mia visita attraverso i tre padiglioni che compongono la fiera ha avuto tutte la caratteristiche di una tranquilla e piacevole passeggiata. Nonostante la notevole affluenza di pubblico, infatti, a 7.8.Novecento i toni sono sempre pacati e non c’è fretta nella visita. C’è, anzi, tutto il tempo per confrontarsi piacevolmente con gli espositori, che si rivelano spesso “personaggi” molto particolari, quasi che anche loro venissero da altri tempi.

La risonanza della fiera a livello nazionale e la volontà di farne una manifestazione all’altezza delle mostre d’antiquariato europee si palesano subito al visitatore. Gli espositori, infatti, provengono da tutta Italia (non mancano i sassolesi) e, in qualche caso, anche dall’estero (Germania, Francia, Austria, Svezia…).

L’offerta merceologica, poi, si è rivelata decisamente vasta: la
fiera propone un viaggio attraverso gli ultimi tre secoli, con merce
proveniente da tutta Europa e dagli Stati Uniti. L’antiquariato
etnico, di provenienza prevalentemente orientale (dall’India alla
Cina) ed africana, è ben rappresentato e non manca di attirare i più
curiosi.

Le proposte dell’antiquariato tradizionale consistono in
un’offerta quanto mai variegata: mobili, oggettistica, arte sacra,
quadri, tappeti, vetri, stoviglie, orologi, pizzi, ceramiche, cornici,
lampadari, argenti, gioielli, libri, cartoline, stampe… Non mancano
poi le curiosità: flipper, juke-box, bastoni da passeggio, strumenti
musicali, meridiane, borsette, pellicce…

Ma le sorprese non sono ancora finite. In linea con la volontà della manifestazione di presentarsi quale “luogo dell’introvabile altrove”, infatti, la fiera ha proposto, per questa edizione, la mostra collaterale “I copricapi degli indiani d’America”. L’esposizione ha stupito i visitatori con bellissimi esemplari, tutti legati a significati profondamente spirituali, di provenienza nordamericana e brasiliana. Si è trattato, nel primo caso, di copricapi realizzati con piume e pellicce, mentre, per i pezzi provenienti dall’Amazzonia, ho potuto ammirare cerchietti, diademi e copricapi occipitali realizzati con piume coloratissime e tenuti insieme da fibre vegetali.

Non ha rappresentato invece una novità l’iniziativa “L’esperto risponde”, che ha riscosso anche quest’anno un notevole successo (testimoniato dal formarsi di una lunga fila per “prendere il numero”). In linea con il trend europeo delle grandi manifestazioni d’antiquariato, esperti del settore si sono resi disponibili, nelle quattro giornate di fiera, per quanti, numerosissimi, fossero desiderosi di far stimare i tesori di famiglia.

L’approccio all’antico, così come è proposto da 7.8. Novecento è certo dei più attraenti e gratificanti, anche per chi, come me, si è avvicinato al mondo dell’antiquariato per la prima volta e finisce per lasciare la fiera con un po’ di malinconia, sulle note di un 45 giri suonato da un vecchio juke-box.

L’appuntamento è per il prossimo anno, quando la manifestazione si ripresenterà, dal 4 al 7 aprile, per l’edizione di primavera. Una galleria fotografica relativa alla presente edizione è visibile sul sito www.7-8novecento.it, dove troverete anche qualche anticipazione sulla prossima edizione.