Dopo una lunga e complessa operazione di pulitura sono terminati i lavori di restauro del monumento a re Vittorio Emanuele II, realizzato dallo scultore modenese Giuseppe Gibellini nel 1890 e collocato in piazzale Risorgimento. L’intervento, che ha rimosso uno spesso strato di polvere, smog, guano di piccioni, croste nere, incrostazioni vegetali e arbusti, sarà presentato domani pomeriggio alle 16.30 in piazzale Risorgimento.

Interverranno il sindaco di Modena Giuliano Barbolini, il principe don Paolo Boncompagni Ludovisi, membro del Consiglio dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, il presidente dell’Associazione amici dei musei e dei monumenti di Modena Gaetano Rossi, il presidente del Corso di laurea in Scienze dei beni culturali dell’Università di Modena e Reggio Emilia Mario Panizza e dal conservatore del Museo civico d’arte Francesca Piccinini. Il restauro, voluto dal Comune di Modena, dal Museo civico d’arte, dall’Associazione internazionale Regina Elena e dall’Associazione Amici dei musei e dei monumenti di Modena, ha permesso al monumento di recuperare la sua volumetria, celata in precedenza da croste nere ed elementi vegetali, e il colore originario, caratterizzato dal contrasto tra il nitore del marmo delle statue, i toni rosati del granito utilizzato per il basamento e il color bronzo delle scritte e degli stemmi. Dopo la morte di Vittorio Emanuele II, avvenuta il 9 gennaio 1878, anche a Modena si fece una sottoscrizione che permise di raccogliere la somma di 45 mila lire al fine di erigere una “memoria monumentale al primo Re d’Italia”. L’incarico venne affidato allo scultore modenese Giuseppe Gibellini, al quale furono accordati cinque anni di tempo per realizzare l’opera. In realtà, i lavori si trascinarono sino al 1890 tra problemi e polemiche. Alla designazione di Piazzale Garibaldi come sede idonea per il monumento si giunse infatti solo nel 1887, anno in cui venne avviato il cantiere e dato il il via allo scavo delle fondamenta. I lavori procedettero con lentezza, nonostante le ripetute sollecitazioni del sindaco, preoccupato dei continui rinvii dell’inaugurazione, e la costruzione del basamento fu inizialmente ostacolata da problemi tecnici oltre che da una stagione invernale lunga e piovosa. Anche l’esecuzione delle sculture fu gravata da difficoltà e ritardi; la statua del Re, sbozzata da Bernardo Raggi, richiese a Gibellini un lavoro di rifinitura maggiore di quello preventivato e fu portata a termine solo nell’autunno del 1889. Nel marzo dell’anno seguente, il senatore Luigi Zini diede il testo delle iscrizioni celebrative da porre nella fascia mediana del basamento e il 24 giugno, con una cerimonia presieduta da Umberto I, il monumento fu finalmente inaugurato. Tuttavia l’opera non rimase a lungo nel luogo che gli era stato destinato e negli anni Trenta fu costretta a cedere il passo alle esigenze dello sviluppo urbanistico della città e a lasciare piazzale Garibaldi per piazzale Risorgimento.