Dopo le otto ordinanze di custodia cautelare contro lo sfruttamento della prostituzione, sei delle quali eseguite nel blitz ‘Burgosuri’ dalla squadra mobile di Modena e dal commissariato di Sassuolo nella notte di martedì, nell’abitazione di uno degli indagati sono stati sequestrati numerosi kit di sanatoria per la regolarizzazione di extracomunitari oltre a buste paga relative agli stessi immigrati.

Un imprenditore reggiano che risulta avere regolarizzato un’ottantina di immigrati è al centro di accertamenti ed è indagato per reati minori.

L’operazione Burgosuri, coordinata dal pm Giuseppe Tibis, ha sgominato un’organizzazione criminale responsabile di reati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione di numerose ragazze dell’est Europa, anche minorenni e all’agevolazione dell’immigrazione clandestina.

Gli investigatori, nel proseguimento delle indagini, hanno individuato il titolare di un’officina meccanica della provincia di Reggio Emilia che ha prestato garanzie figurando come datore di lavoro per circa 80 immigrati. Sono ancora in corso accurati accertamenti su tutta la documentazione sequestrata per verificare la posizione dell’uomo proprio in merito al numero di extracomunitari alle sue dipendenze.

In merito al capo dell’organizzazione, la polizia precisa che l’albanese, parente di un influente uomo politico del Paese delle Aquile, è oggetto di altri quattro provvedimenti giudiziari emessi dalle squadre mobili di Modena e Udine e dai carabinieri di Modena sempre per reati inerenti la prostituzione.

L’uomo è inoltre stato condannato con sentenza definitiva a 11 anni di reclusione da scontare in Francia sempre per reati specifici.