Domani, mercoledi 25 giugno, sarà “no ticket day”: i pubblici esercizi della Fipe-Confcommercio attueranno una giornata di protesta in cui non si accetterà alcun tipo di buono pasto.

“La situazione dei buoni pasto nel nostro Paese è ormai insostenibile – ha spiegato Edi Sommariva, direttore generale della Fipe-Confcommercio, illustrando la manifestazione – a causa dei comportamenti delle aziende emettitrici di buoni pasto, costrette da una parte ad accettare crescenti sconti nei confronti dei committenti (pubblici e privati) e dall’altra a richiedere commissioni (cioè sconti incondizionati) alla rete dei pubblici esercizi sempre più elevati per poter sopportare i prezzi stracciati concordati con i committenti”.

Un meccanismo pernicioso la cui causa va ricercata nell’ultima gara della Consip Spa, che ha assegnato a quattro aziende distinti lotti territoriali con un ribasso all’origine superiore al 16%”. “A rimetterci, al solito, l’anello debole della catena – ha detto ancora Sommariva – ossia gli esercenti e i dipendenti, cioè i consumatori, che vedono decurtato dal loro buono pasto il valore dello sconto scaricato sui pubblici esercizi: questo significa che è a rischio la qualità del servizio e il livello dei prezzi. Insomma lo Stato, attraverso Consip Spa ha operato una vera e propria ‘trattenuta secca’ dagli stipendi dei dipendenti pubblici e imposto una nuova ‘tassa’ agli esercenti.”

Per la Fipe-Confcommercio senza interventi forti sul mercato le commissioni per i pubblici esercizi potrebbero crescere rapidamente e attestarsi su un valore medio del 6%, con punte intorno al 9%, con immaginabili conseguenze sull’abbassamento della qualità del servizio.