Ancora due giornate di tregua, oggi e domani, sul fronte black out. Ma il sistema resta al limite del collasso: i tecnici stanno lavorando su un equilibrio domanda-offerta che si gioca sul filo di lana.


Lo stesso Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano, sottolinea di non poter “giurare” sul fatto che nei prossimi giorni l’emergenza non possa riproporsi e il responsabile della protezione civile, Guido Bertolaso non esclude l’ipotesi di proclamare lo stato di emergenza.

Mentre oggi il tilt, che giovedì scorso aveva visto 6 milioni di italiani alle prese con ascensori bloccati e semafori spenti, è stato scongiurato e anche per domani il Grtn ha già anticipato che non ci dovrebbero essere problemi, si comincia a ragionare sulle misure da adottare per affrontare una crisi strutturale che è destinata a protrarsi nel tempo.

I tecnici ricordano che a fronte di un offerta debole – per una carenza di centrali e di capacità di importazione limitata – l’unica strada per il momento è quella di invitare, da un lato i cittadini al risparmio.

I tecnici del gestore della rete stanno lavorando in queste ore sul crinale di un equilibrio tra domanda e offerta che rischia di saltare solo per poche centinaia di mw. Di consumi cioè pari a quelli di 500-800 mila famiglie.

L’Enel, intanto, prepara il suo piano anti-black out che sarà esaminato dopodomani dal cda: un piano di emergenza che secondo le prime indicazioni prevede la possibilità di fornire al paese 1.200 mw in più in un anno, riattivando solo per i momenti di emergenza, le centrali che la spa ha dovuto fermare per rispettare le quote di mercato imposte dalla liberalizzazione.