Anno scolastico al via, il 15 settembre – in base al calendario scolastico regionale – per 431.016 studenti dell’Emilia-Romagna, 10.063 in più rispetto allo scorso anno (dati Ufficio scolastico regionale).

Molti ragazzi, però, sono già al lavoro: sono numerosi, infatti, gli istituti autonomi che hanno deciso di anticipare di qualche giorno la data di inizio delle lezioni (possibilità prevista dalla Regione per rispettare esigenze didattiche particolari e quindi differenti programmazioni da parte delle autonomie scolastiche).

In occasione dell’avvio dell’anno scolastico 2003-2004, il presidente della Regione Vasco Errani ha diffuso una lettera aperta agli studenti, alle loro famiglie e a tutti coloro che lavorano nella scuola, che sarà pubblicata domenica 14 sui quotidiani venduti in Emilia-Romagna. Il presidente esprime anzitutto un augurio perché la scuola possa “garantire a tutti e a ciascuno pari opportunità di imparare e di crescere”.
“Il mio augurio – prosegue Errani è soprattutto una promessa: la Regione Emilia-Romagna, infatti, vuole essere a fianco della scuola perché possa svolgere il suo fondamentale ruolo di condurre ragazze e ragazzi – tutti e non uno di meno – alla meta che si sono prefissati. Poiché questo obiettivo più di ogni altro ci sta a cuore, abbiamo messo istruzione e formazione al centro delle nostre politiche. Per dare alla scuola più certezze, maggiori risorse, fiducia nel futuro”.

Il presidente denuncia inoltre la difficile situazione di questo avvio di anno scolastico a causa “dei problemi irrisolti, delle prospettive incerte, del progressivo impoverimento delle risorse a disposizione della scuola”. Proprio per questo, annuncia un impegno ancora crescente – da parte della Regione – per garantire a tutti pari opportunità di accesso all’istruzione, in particolare dopo l’elaborazione della nuova legge regionale che – scrive Errani – “applicheremo già a partire da questo anno scolastico”.
“Applicare la legge – continua – significa anche dare strumenti utili e concreti a chi insegna e costruire un futuro migliore per tutti noi. La scuola, infatti, non è un corpo separato dalla società, ma la prima pietra delle nostre comunità, il diritto primario di cittadinanza da cui conseguono tutti gli altri, l’investimento che, se ben amministrato, fruttifica e rende più di ogni altro. Sono convinto – conclude infatti il presidente – che il futuro della scuola sia il nostro futuro”.