Le prescrizioni di medicine con cui
si conclude il 59% delle visite pediatriche sono assolutamente necessarie nel 36% dei casi, in tutti gli altri casi in cui il genitore esce dallo studio con una ricetta in mano la prescrizione poteva essere evitata.

L’eccesso di prescrizioni nasce per lo piu’ dall’ansia dei genitori e dalla percezione di essa da parte dei pediatri. L’eccesso riguarda soprattutto gli antibiotici, che nella meta’ dei casi non erano necessari e che rappresentano il 33% di tutti i farmaci prescritti dopo una visita.
Lo rivelano i risultati del primo studio italiano per la valutazione dei fattori determinanti le prescrizioni in pediatria ambulatoriale, allestito dall’organizzazione Spes, di Sorveglianza Pediatri Sentinella formata da pediatri di libera scelta e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanita’.

Lo studio, presentato oggi all’Iss, si e’ basato sulla valutazione di coppie di questionari somministrati a pediatri e genitori nel corso delle visite ambulatoriali. Lo studio si e’ esteso su tutto il territorio nazionale e di tutte le visite prese in considerazione il 30% erano visite di controllo generale della salute dei bambini, da 0 a 15 anni, piu’ del 50% invece erano dedicate a infezioni delle vie respiratorie ed otiti.
Dai questionari, in tutto 2749 raccolti dai pediatri e 2449 dai genitori, emerge anche che i genitori sono soddisfatti al 70% della visita effetuata dal pediatra e al 97% della sua durata. Questa influisce a sua volta sulle prescrizioni infatti lo studio ha messo in luce che le visite inferiori ai 15 minuti si concludono quasi sempre con una ricetta.

La prescrizione di un farmaco quindi non e’ dettata solo dalla diagnosi fatta in laboratorio, ma dipende anche dalla relazione pediatra-genitore, da cio’ che il genitore si aspetta dalla visita stessa, spesso proprio un farmaco, da come il pediatra percepisce e risponde a queste aspettative.
Un farmaco e’ prescritto con una probabilita’ quattro volte maggiore se il medico sente che il genitore lo desidera e che invece la probabilita’ e’ doppia se il genitore va in ambulatorio con un’idea ben precisa, cioe’ gia’ sa che vorrebbe una ricetta per un dato farmaco: sono spesso i genitori con un livello culturale piu’ basso ad avere questo tipo di pretese.

In particolare il 25% delle mamme con un titolo di studio elementare preme per una ricetta medica, contro solo il 9% delle laureate